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La vicenda

Carenza di camici e in ospedale arriva la polizia

Sindacati sul piede di guerra dopo i controlli al Santa Chiara negli armadietti del personale. Hoffer: "Subito un incontro con Apss"

“Siano basiti, per i tempi ed i modi con i quali l’azienda sanitaria ha iniziato un’attività di controllo negli armadietti dei dipendenti negli spogliatoi dell’ospedale Santa Chiara, finalizzata ad individuare eventuali accumuli di divise. I nostri colleghi ci hanno segnalato di essere stati prelevati in servizio dai responsabili della sicurezza e da poliziotti ed in seguito accompagnati allo spogliatoio per l’attività di controllo degli armadietti; l’obiettivo dichiarato era quello di scovare le divise che i dipendenti avrebbero accumulato impropriamente”. È con queste parole che il sindacalista di Nursing Up Trentino Cesare Hoffer ha spiegato quanto accaduto nei giorni scorsi, con il sindacato degli inferimeri trentini che hanno alzato la voce dopo questa vicenda.

La questione è la carenza di divise del personale; questione evidentemente annosa, se nella vicenda sono entrate anche le forze dell’ordine. Ancora Hoffer: "Spesso il dipendente arriva in servizio e non essendoci più le divise nominali come un tempo, non trova disponibile una divisa della propria taglia, ecco il motivo per il quale la lascia preventivamente nel proprio armadietto. Può darsi che ci sia stato in qualche caso un accumulo eccessivo di divise, ma è di fondamentale importanza garantire al dipendente un adeguato cambio”.

Confronto urgente

Intanto, Nursing Up Trentino ha chiesto con urgenza un incontro con l’azienda sanitaria, anche per la mancata comunicazione data sull’iniziativa proprio ai sindacati. “Siamo disponibili ad un immediato incontro con i vertici aziendali e a portare il nostro contributo costruttivo alla risoluzione della problematica, che forse poteva essere già affrontata diversamente individuando altre modalità di distribuzione delle divise”.

Dal canto suo, Apss ha assicurato che le modalità utilizzate nel controllo sono state indirizzate per la massima tutela dei lavoratori e la salvaguardia dei beni aziendali, sottolineando che si è trattato di controlli negli armadietti e non di perquisizioni. E che, inoltre, erano stati affissi anche dei cartelli che informavano di quanto sarebbe avvenuto.

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