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Il giallo / Val di Fiemme e Fassa

Cadavere in Val di Fiemme, potrebbe essere veneto: cosa sappiamo

Proseguono le indagini da parte dei carabinieri per cercare di dare un nome al corpo ritrovato senza vita in un bosco a inizio maggio

Proseguono le indagini per dare un nome al cadavere ritrovato in un bosco nel comune di Castello Molina di Fiemme, il 2 maggio. A un paio di settimane dal ritrovamento spunta l'ipotesi sulla provenienza veneta, grazie al racconto di un testimone che lo avrebbe incontrato. Da quanto emerso dalle indagini, pare che l'uomo abbia vissuto in quel posto per oltre due mesi.

Nel luogo in cui è stato trovato il corpo dell'uomo, era stato costruito un rifugio. Sempre lì sono state trovate delle saponette, diverse bottiglie d'acqua, un coltello, ma non i documenti. C'era anche un foglio di carta dove è stato documentato, solo temporalmente, un digiuno. I primi accertamenti autoptici hanno collocato il momento del decesso dell'uomo a 2/3 mesi prima della data del ritrovamento, ma tenendo conto della stagione invernale, potrebbe essere anche passato più tempo. 

I carabinieri chiedono aiuto per identificare il cadavere trovato in val di Fiemme

Allo stato gli unici elementi utili all’identificazione del cadavere sono 3 tatuaggi particolari presenti sulle sue braccia, ritraenti un logo, forse riconducibile ad un animo combattente ed al simbolo del Kaos e due scritte runiche allo stato non decifrabili, mentre il calendario potrebbe essere riconducibile a dei riti di digiuno di epoca celtica correlato a un percorso di purificazione dell’anima. L'ultimo aggiornamento degli inquirenti, indirizzerebbe l'origine dell'uomo, ai Colli Euganei, in Veneto. 

Pare che l'uomo non volesse isolarsi completamente dal resto del mondo, perché l'accampamento che si era creato, non era molto distante dalla zona abitata Anche le telecamere di Chi L'Ha Visto? sono arrivate sul posto e hanno raccontato che quell'uomo aveva avuto anche dei contatti con le persone del posto e che c'è chi lo ha descritto come una persona educata e gentile.

Quello che è certo, non solo agli occhi degli inquirenti, è che l'uomo avesse buone capacità pratiche e organizzative di sopravvivenza. Aveva realizzato un rifugio con un telo, legna e scotch. Aveva portato con sé strumenti per arrangiarsi in natura e per la pulizia personale: un coltello, lampade, batterie e saponette, spazzolino da denti e filo interdentale. Mancano, però, i suoi documenti. 

Il ritrovamento 

"Era in posizione supina, esattamente ai piedi di questo albero - spiega Enzo Molinari, comandante della compagnia carabinieri di Cavalese indicando il luogo dove è stato ritrovato il corpo -. Al suo fianco erano posizionate numerose bottiglie d'acqua".  È atteso l'esito dell'autopsia, che non sarà facile da eseguire visto lo stato in cui è stato ritrovato il corpo. Non è ancora esclusa alcuna pista, ma pare che l'uomo abbia avuto un malore e non sia morto per cause violente. 

Abbigliamento cadavere Molina di Fiemme-2

L'elemento che ha portato all'ipotesi del malore è un foglio, un calendario in cui l'uomo avrebbe appuntato la dicitura "Inizio digiuno: 30 luglio" e poi segnato su ogni giorno una "X" o una stanghetta "/", le domeniche cerchiate, con una separazione ogni 10 giorni, fino alla fine dell'anno. Ma le "x" si fermano al 4 ottobre. Alla fine del foglio, una sola parola, in stampatello maiuscolo: "Crematemi". Una conferma di quel digiuno, pare possa arrivare dall'assenza di cibo o di tracce che possano far pensare alla preparazione di pasti durante la permanenza dell'uomo in quel bosco.

Sulla sua provenienza geografica le ipotesi si sono create dopo che una persona ha raccontato di aver incontrato l'uomo in passato. Come spiegato dagli inquirenti, pare che lo stesso non si nascondesse, anzi, pare cercasse proprio il dialogo. E proprio parlando con quel testimone che lo avrebbe incontrato vestito con una tuta mimetica, l'uomo avrebbe fatto comprendere di provenire dai Colli Euganei, confrontando le "sue" montagne a quelle trentine.  

I tatuaggi

I tre tatuaggi ritrovati sul corpo dell'uomo sono stati mostrati alla professoressa di filologia germanica Carla Del Zotto, che alle telecamere di Chi L'Ha Visto? ha cercato di spiegare quei caratteri runici impressi sulla pelle dell'uomo. "Si potrebbe anche pensare a una traslitterazione, ma in lingua straniera ,del nome Sergio o Giorgio" ha affermato la professoressa Del Zotto osservandone uno.

Cadavere nel bosco in Val di Fiemme, i tatuaggi

Sul disegno più grande, viene escluso dalla professoressa un significato dal mondo celtico, ma l'elmo contenuto in un cerchio chiuso potrebbero indicare una: "Protezione magica in grado di respingere qualunque assalto - ha spiegato ancora Del Zotto -. Poi quella lettera 'S' potrebbe alludere alla parola tedesca 'Sieg', vittoria (in italiano ndr)". Tatuaggi, quindi legati a una cultura militare. Alcuni esperti del settore hanno ipotizzato che quei tatuaggi potrebbero essere stati realizzati artigianalmente. 

Tutti i dettagli

Gli inquirenti hanno condiviso quanti più elementi in loro possesso per poter trovare qualcuno che possa riconoscere questi dettagli e aiutarli a chiudere le indagini, dando un nome a quella salma e restituendola ai suoi cari. 

Si tratta di una persona di sesso maschile, l'età stimata va dai 30 ai 40 anni. Alto circa 180 cm, con corporatura robusta (indossava abiti di taglia XXL, 54/56), portava un 45 di scarpa. Probabilmente era veneto, della provincia di Padova. Aveva i capelli colore castano scuro leggermente lunghi dietro. Cultore delle tradizioni celtico norrene.

Tre i tatuaggi sul suo corpo: uno sull’avambraccio sinistro rappresentante delle frecce simbolo del "Kaos" con un elmo al centro; un tatuaggio sul polso destro rappresentante delle rune celtiche sovrastate da un "bracciale pieno" tracciato attorno all’arto. Infine, un tatuaggio sull’avambraccio destro rappresentante una scritta in rune celtiche tracciata attorno all’arto.

Qualsiasi notizia utile all’identificazione del corpo, potrà essere comunicata al comando compagnia carabinieri di Cavalese (0462-248700).

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