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Free Job / Valle del Primiero

Agenzia del lavoro abusiva forniva dipendenti in Trentino: l'operazione

L'indagine portata avanti dal 2019 al 2021 ha coinvolto 361 lavoratori

Forniva personale anche a una struttura alberghiera di San Martino di Castrozza l’agenzia del lavoro potentiva abusiva finita nel mirino della guardia di finanza nell’indagine “Free Job”, portata avanti dal 2019 al 2021 e che ha coinvolto 361 lavoratori. La notizia è stata divulgata giovedì 12 maggio.

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Nell’ambito dell’azione di prevenzione e contrasto alle diverse forme di lavoro “nero” e irregolare, i militari del comando provinciale della guardia di finanza e i funzionari dell’ispettorato territoriale del lavoro di Rimini, hanno scoperto gravi irregolarità in relazione all’esercizio non autorizzato dell’attività di somministrazione di lavoro da parte di una società con sede legale a Potenza e sede amministrativa in Bellaria Igea-Marina, a favore di sei strutture alberghiere, delle quali una di San Martino di Castrozza, quattro di Bellaria Igea Marina e una di San Mauro Pascoli.

Come spiegato dagli inquirenti, le accurate indagini eseguite nel corso dell’operazione hanno fatto emergere, dietro un’apparente regolarità formale, un sistema di distacco di manodopera che violava le normative in materia di occupazione e mercato del lavoro. Quanto accertato da finanzieri e ispettori del lavoro è che la manodopera, sebbene regolarmente assunta dalla società potentina, veniva successivamente somministrata ad altre quattro imprese operanti nel settore turistico-alberghiero, senza la stipula di contratti di appalto, svolgendo, di fatto, le attività di un’agenzia per il lavoro, ma abusivamente.

La normativa vigente prevede la possibilità di fornire prestazioni di manodopera lavorativa soltanto alle agenzie per il lavoro appositamente autorizzate dal ministero del lavoro e della previdenza sociale, offrendo servizi relativi alla domanda e all’offerta di lavoro, in particolare attività di somministrazione, intermediazione, ricerca e selezione del personale.

Il sistema abusivo scoperto, secondo quanto spiegato dagli inquirenti, costituisce una “concorrenza sleale” nei confronti delle imprese che assumono direttamente i loro collaboratori (facendosi carico dell'intero costo del lavoro) e anche delle aziende che si rivolgono alle agenzie di somministrazione autorizzate: basti pensare alle garanzie richieste per le forme regolari di lavoro esternalizzato.

Per la violazione di somministrazione irregolare di manodopera, sono previste, sia a carico del somministratore sia dell’utilizzatore finale, sanzioni pecuniarie pari a 60 euro per ogni lavoratore e per ogni giornata di effettiva occupazione.

Nel corso della stessa operazione sono emerse ulteriori irregolarità anche nella gestione dei lavoratori, per riposi settimanali non concessi e ore prestate in più rispetto al contratto di lavoro, oltre all’impiego di 13 lavoratori completamente “in nero”. Le sanzioni comminate superano i 125 mila euro. Nei confronti delle società sanzionate sono pure in corso approfondimenti di natura fiscale.

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