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La fine delle regioni "a colori": non cambia quasi più nulla tra zona arancione, gialla o bianca

Il Trentino si allontana dall'arancione dopo il calo dei ricoveri. Anche con nuove restrizioni, servirebbe comunque il super green pass per fare quasi tutto

Il Trentino "respira" e si allontana almeno parzialmente dalla zona arancione dopo il netto calo dei ricoveri registrato nel bollettino di martedì. La soglia critica da non superare per le ospedalizzazioni è infatti fissata al 30%, mentre il dato di oggi attesta un tasso di occupazione del 19%.

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Ma ha ancora senso parlare di distinzioni tra colori? Come riporta anche Today, il sistema a colori ha sempre meno senso in Italia: basti pensare che zona bianca, gialla e arancione sono quasi completamente identiche. Per chi è vaccinato, e dunque ha accesso al super green pass, non cambia nulla nel caso si viva in una regione in zona bianca, gialla o arancione.

Differenze tra zona bianca, gialla e arancione

In zona bianca e gialla chi non ha un Super Green Pass ha le stesse limitazioni. In zona arancione rispetto alla zona gialla qualcosina cambia: serve il Super Green Pass per comprare lo skipass, per i negozi nei centri commerciali nei festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi), per cenare al ristorante (anche in albergo) anche all'aperto, per le piscine all'aperto, per gli spogliatoi delle palestre, per fare sport di contatto al chiuso e all'aperto, per tutte le feste nei locali dopo cerimonie, per accedere a centri culturali, centri sociali e ricreativi all'aperto. Ma il nuovo decreto-legge del 29 dicembre dal 10 gennaio applica anche alla zona bianca e gialla l’obbligo di certificato "super" per queste attività, tranne in due specifici casi: l’accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (esclusi alimentari, edicole, librerie, farmacie e tabacchi) e l'acesso agli spogliatoi.

Per moltissime altre attività serve il Super Green Pass in zona bianca, gialla, arancione: non ci sono differenze col sistema a colori. In zona arancione gli spostamenti dal proprio comune con oltre 5mila abitanti con mezzo proprio verso altri comuni o fuori dai confini di Regione/PA richiedono green pass semplice, oppure motivi di lavoro, necessità, salute, o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune. Invece non vi è alcun limite di spostamento in zona gialla. La differenza principale rimasta in piedi tra zona bianca-gialla e quella arancione è dunque la regola degli spostamenti al di fuori del proprio comune per i non vaccinati (che possono comunque uscire dal comune, per lavoro, per il vasto e mai chiarito fino in fondo campionario di "necessità", e motivi di salute). Davvero differenze risibili.

I colori attuali delle regioni: zona rossa lontana

E' la zona rossa quella in cui sono ancora eventualmente vigenti le regole dell'inverno 2020-2021. Scattano le chiusure, con coprifuoco e limitazioni agli spostamenti. Bar, ristoranti, negozi, palestre, cinema, teatri e musei chiusi per tutti, anche se si è vaccinati. L'unica regione che all'orizzonte intravede la zona rossa è la Valle d'Aosta: già oggi supera le soglie della zona rossa per incidenza e posti letto occupati nei reparti ordinari. Ma il bassissimo numero di ricoveri in terapia intensiva allontana per gennaio lo scenario. E il fatto che in tutte le regioni i ricoveri aumentino con ritmi molto diversi rispetto alle altre ondate, allontana ovunque la zona con più restrizioni. Il picco di casi è atteso tra 10-15 giorni.

Si finisce in zona gialla con incidenza oltre i 50 casi ogni centomila abitanti, 15% di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ordinari, e 10% di posti letto occupati nelle terapie intensive Covid. Per la zona arancione, incidenza superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 30% di posti letto occupati nei reparti ordinari e 20% nelle terapie intensive. Per la zona rossa, incidenza sempre superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 40% di posti letto occupati nei reparti ordinari e 30% nelle terapie intensive.

In base alle disposizioni nazionali in vigore per il contenimento della diffusione dell'epidemia da Covid e alle ordinanze del Ministro della Salute, da lunedì 3 gennaio si applicano le misure previste:

  • per la zona bianca ad Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Molise, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta;
  • per la zona gialla a Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Veneto e alle Province autonome di Trento e di Bolzano.

Quando è lontana la zona rossa?

Le regioni in zona arancione dal 10 gennaio 2022

Dal 10 gennaio probabilmente finirà in zona arancione la Liguria. In bilico Calabria, Marche e Trento (anche se come detto i dati di oggi fanno ben sperare). Ma come detto qualche riga più su, cambierà poco o nulla.

Quanto detto fin qui non sta a significare che siano poco significative le percentuali di occupazioni di posti letto negli ospedali: un maggior numero di accessi Covid vuol dire sempre e comunque visite e operazioni non Covid spostate e disagi crescenti in tutte le strutture sanitarie. 

Oggi a livello nazionale i posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid hanno superato la soglia del 15% e, nelle ultime 24 ore, sono cresciuti in nove Regioni: Friuli Venezia Giulia (17%), Lazio (17%), Marche (21%), Molise (5%), Provincia Autonoma di Bolzano (18%), Piemonte (18%), Puglia (7%), Sardegna (9%), Umbria (12%). Il tasso di occupazione dei ricoveri nei reparti ordinari è, invece, salito al 19% e l'aumento riguarda 17 Regioni.

Omicron "non è il comune raffreddore - ha ribadito in queste ore Maria DeJoseph Van Kerkhove, epidemiologa specializzata in malattie infettive e membro del programma per le emergenze sanitarie dell'Oms - Mentre alcuni rapporti mostrano un rischio ridotto di ospedalizzazione di Omicron rispetto a Delta, ci sono ancora troppe persone contagiate da Omicron (e Delta)".

Fonte: Today.it

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