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Bonus energia per le famiglie, Ferrari (Pd) e sindacati: "ancora discriminazione?"

Lo scontro sui criteri per accedere agli assegni provinciali si riaccende

Aiuti sì, ma con vincoli. A sottolineare questo non trascurabile dettaglio sono stati i sindacati, insieme alla consigliera Sara Ferrari del Pd Trentino. "Siamo alle solite" esclama la consigliera che, con una nota stampa divulgata nel pomeriggio di venerdì 25 marzo, porta alla luce il vincolo della residenza decennale tra i requisiti necessari per chiedere il bonus elettricità pensato dalla Pat per le famiglie trentine e presentato durante la conferenza stampa di venerdì mattina.

"Registriamo con soddisfazione che la Giunta provinciale ha approvato un intervento a favore delle famiglie più in difficoltà per far fronte all’emergenza innescata dal forte aumento del costo dell’energia, così come noi del Partito Democratico del Trentino abbiamo chiesto con un ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale - afferma Ferrari -. Peccato che la Giunta non perda il vizio della discriminazione tra famiglie fragili. Infatti oltre ai requisiti Isee e Icef, si prevede che per ottenere l’aiuto sia anche necessario essere residenti in Italia da 10 anni".

Da tempo va avanti la battaglia sul requisito della residenza decennale per ottenere i bonus. Una clausola ampiamente dibattuta e ritenuta da molti "discriminante", ma che ancora viene utilizzata tra i criteri. "Dopo la bocciatura da parte dei Tribunali dei 10 anni per l’accesso agli alloggi popolari e l’impugnazione sui 10 anni per il bonus bebè, ora anche per avere accesso al bonus energia viene previsto questo requisito di gran lunga più escludente di quanto previsto dalle leggi" sottolinea Ferrari.

La domanda sorge spontanea: servono davvero dieci anni per essere considerati degni di usufruire di un bonus? "A chi risiede in Trentino già da 9 anni, lavora in Trentino, paga le tasse in Trentino, manda i figli a scuola in Trentino, la Giunta Fugatti dice che non potrà avere diritto ad un aiuto per pagare le bollette, diversamente da quanto accade nel resto del Paese e per gli altri cittadini" rimarca Ferrari che boccia ancora una volta il comportamento della Giunta nei confronti degli "ultimi", bollato come "discriminatorio" oltre che di "esclusione". 

"In questi giorni di forte esposizione mediatica del Presidente Fugatti e della sua Giunta pensavamo che qualcosa fosse davvero cambiato - conclude Ferrari -. Invece l’affannosa attività social in favore dei rifugiati ucraini si dimostra a questo punto in tutta la sua ipocrisia. Non si capisce infatti come possa conciliarsi la vicinanza espressa a parole verso chi arriva in queste settimane in Trentino con una scelta politica ed amministrativa che ancora una volta divide i cittadini trentini in serie A e B e punta intenzionalmente a discriminare proprio i nuclei famigliari più fragili per difficoltà occupazionale e abitativa". La misura è, al momento, solo in pre-adozione, non è detto che il criterio non venga cambiato durante le prossime fasi.

Il parere dei sindacati

“Apprezziamo lo sforzo della Provincia e riteniamo un buon punto di partenza lo stanziamento di 25 milioni di euro - sottolineano i segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti con il presidente di Acli Luca Oliver -. E’ importante però che a questo primo provvedimento ne seguano altri, almeno a copertura del secondo trimestre così come deciso dal Governo nazionale. Purtroppo i prezzi non si sgonfieranno a breve ed è fondamentale tutelare il potere d’acquisto anche per non rischiare contraccolpi eccessivi sul fronte della domanda di beni e servizi che rallenterebbe ulteriormente la ripresa”.

Per questa ragione le quattro organizzazioni chiedono un impegno in più alla Giunta. “Abbiamo proposto che insieme alle misure sulle bollette sia previsto un sostanziale adeguamento delle misure provinciali di sostegno alle famiglie. La situazione è cambiata rapidamente e il welfare familiare va reso più efficace e rispondente alle nuove esigenze”.

A cominciare dall’indicizzazione al costo della vita delle misure di welfare provinciale e dell’Icef, ma anche il ripristino dell’esenzione dell’addizionale Irpef per i redditi fino a 20mila euro a tutela delle fasce più deboli e l’innalzamento della deduzione dei redditi da lavoro femminile a fini Icef almeno fino a 15mila euro annui. Cgil Cisl Uil e Acli puntano ad ottenere un impegno concreto dalla giunta Fugatti che confermi e consolidi le risorse stanziate complessivamente per le famiglie e il mantenimento dell’assegno unico provinciale evitando ogni riduzione per i nuclei che oggi ne beneficiano. "Resta un tassello importante anche l’eliminazione del vincolo dei dieci anni di residenza per accedere ai sostegni provinciali - sottolinea il sindacato -. Vincolo peraltro che viene confermato, ingiustamente, anche per il bonus energia".

In merito al provvedimento adottato venerdì sulle bollette, si attende di conoscere nel dettaglio la misura, ma sindacati e Acli non nascondono qualche perplessità sul doppio canale scelto da piazza Dante per ottenere il bonus. “Temiamo che questo possa creare confusione ed errori, e soprattutto lasciare fuori famiglie che avrebbero diritto alla misura. In ogni caso leggeremo con attenzione il provvedimento e confidiamo nel fatto che ci sia comunque il tempo e la possibilità di apportare eventuali miglioramenti per rendere la misura più efficace possibile”, proseguono Grosselli, Bezzi, Alotti e Oliver.

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