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Regioni che temono la zona gialla o arancione prima di fine anno e ipotesi Green Pass "vincolato"

Una zona arancione in concomitanza con le vacanze di fine anno sarebbe un disastro per alcuni settori economici. Il governo si professa ottimista: "Sarà un Natale libero"

Da qualche settimana c'è stato un peggioramento per casi attualmente positivi, in tutta Italia, ma gli ospedali, per ora, reggono. L'Alto Adige e il Friui-Venezia Giulia sono ad oggi i territori più "chiacchierati": il primo perché rischia un aumento delle restrizioni, l'altro perché è a una trentina di ricoveri dalla zona gialla. Come evidenzia Today, in entrambi i territori gli altri due parametri che portano in zona gialla (incidenza e ricoveri in terapa intensiva) sono stati superati. Intano nelle Marche si sfiora il 10 per cento di ricoveri nelle terapie intensive, sono ancora lontane dalle restrizioni a causa del basso numero di ricoveri ordinari, mentre la Calabria è zona bianca visto il basso numero di occupazione nelle terapie intensive. Negli ospedali la pressione sale, ma il tasso di crescita dei ricoveri resta inferiore a quello delle infezioni. Ieri erano ricoverate 4.105 persone contro le 3.613 della domenica precedente. Quali sono gli scenari per le prossime settimane?

Le regioni che rischiano la zona gialla o arancione prima del 31 dicembre

Da Nord a Sud i sindaci di grandi città o piccoli centri temono la risalita dei contagi, in attesa che solo tra un mese il governo decida se servono misure più severe. Salvare il Natale ed evitare a tutti i costi quarta ondata e ritorno a zone rosse e arancioni diventa una priorità: secondo l'assessore alla sanità Widmann "l’Alto Adige corre il rischio di essere classificato come zona arancione in poche settimane". Bolzano non ritiene quindi campata per aria l'ìpotesi di triplicare il dato delle terapie intensive  (si finisce in arancione con soglia di occupazione del 20%) in poche settimane.

I tradizionali mercatini di Natale, in Trentino e a Verona, si stanno svolgendo all'insegna della cautela. Green Pass con braccialetto ogni giorno di colore diverso e bancarelle in numero ridotto: a Trento, Bolzano e Rovereto ogni visitatore, dopo aver mostrato il pass, riceve al check point un nastrino da legare al polso, una sorta di lasciapassare. I primi cittadini possono firmare ordinanze comunali in ordine sparso per far fronte all'aumento dei contagi.

In varie zone del nord quella che qualcuno definisce la "paranoia" del colore è spiegabile con la stagione dello sci, già iniziata con l'apertura del ghiacciaio a inizio novembre e che pesa economicamente più dell’estate. Una zona arancione in concomitanza con le vacanze di fine anno sarebbe un disastro per alcuni settori economici. Il governo si professa ottimista. "Sarà un Natale libero", prevede il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, riferendosi alle festività in zona rossa e arancione dello scorso anno. Sulla stessa linea il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: "Faremo tutto quello che serve per lasciare aperto il Paese". "In Italia stanno crescendo i contagi ed è necessario alzare i livelli di attenzione. Manteniamo le regole esistenti, ma valuteremo", assicura il ministro della Salute Roberto Speranza.

A Che tempo che fa su Rai3 Speranza ha sottolineato: "Dobbiamo fa rispettare fino in fondo le norme sul green pass, che ci sta permettendo di tenere bassi i numeri, perché consente di rendere più sicuro un luogo e ha avuto stimolo per nuove dosi". "In questa fase di recrudescenza è importante rispettare tutti i comportamenti corretti" e soprattutto "l'uso della mascherina", ha sottolineato il ministro, ricordando che non è obbligatoria solo al chiuso ma anche all'aperto quando c'è il rischio di assembramento. Quindi come sarà il Natale "dipende da noi, come abbiamo imparato in questi mesi l'indice Rt che ci sarà tra 10 giorni o l'incidenza del contagio non è già deciso, dipende da noi e i due fattori essenziali sono la campagna di vaccinazione e quindi anche la dose di richiamo e l'uso di tutte le modalità comportamentali corrette che ci possono aiutare", conclude.

L'ipotesi Green Pass vincolato solo a guarigione o vaccino

Gli esperti premono, sottolineala Stampa, sull'esigenza della terza dose di vaccino e sull'opportunità di ridurre la durata del Green Pass o di vincolarlo unicamente al vaccino e non ai tamponi. Speranza, sul tema Green Pass, evidenzia che, a oggi, è valido fino alla scadenza dei 12 mesi dal richiamo: "Nessuno finora ha un intervallo di 12 mesi dalla seconda dose, per la durata del Green Pass valuteremo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico". Andrea Crisanti ritiene che "andrebbe legato ai vaccini, non ai tamponi, e fatto durare sei mesi dall'ultima dose". Significherebbe che per avere il Green Pass bisognerà essere vaccinati o guariti: solo un'ipotesi per ora.

Uno scenario estremo ma non inedito in Europa. Dal 15 novembre infatti in Austria per 1,6 milioni di non vaccinati scatta una sorta di lockdown. Non potranno uscire di casa le persone che non osservano la regola del 2G ("geimpft" o "genesen", immunizzati o guariti dal Covid-19 entro 180 giorni), tranne che per andare al lavoro, per fare le commissioni di base, per andare dal medico o per fare sport all'aria aperta. Vietati ristoranti, caffè, parrucchieri, impianti sportivi, teatri, cinema e tutte le altre attività sociali. In tutto il Paese l'obbligo di mascherina FFP2 al chiuso.

Zona gialla, rossa e arancione: quando scattano le restrizioni

Il ministro Speranza ha sottolineato che le regole sulle zone a a colori dovrebbero restare quelle attualmente in vigore. Eventuali passaggi di fascia verranno dunque stabiliti in base ai parametri che elenchiamo in basso. Si passa in zona gialla quando l'incidenza è superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti, l'occupazione delle terapie intensive supera il 10% e quella delle aree mediche il 15%.

La zona arancione scatta con un'incidenza di oltre i 150 casi ogni 100mila abitanti e se al contempo la soglia delle terapie intensive oltrepassa il 20% con i reparti ordinari al 30%. Per entrare in zona rossa invece all'incidenza pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti devono abbinarsi un tasso di occupazione dei posti letto superiore al 40% in area medica e al 30% in terapia intensiva. 

Nonostante in questi mesi si sia continuato a parlare di zone gialle, arancioni e rosse, le regole che le disciplinano sono cambiate molto, non solo i parametri. Ad esempio, la zona gialla attuale è estremamente simile alla zona bianca e l’obbligo della mascherina all’aperto è l‘unica differenza importante tra le due. È con la zona arancione che subentrano le prime vere restrizioni impattanti su spostamenti e attività economiche e commerciali.

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Fonte: Today.it

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