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Il punto

In 4mila agli incontri sulla convivenza fra uomo e orsi

Un'attività di informazione e prevenzione messa in campo in mesi difficili, quelli successivi alla morte del giovane Andrea Papi

Sono quattromila i trentini e non solo che hanno incontrato i volontari della Lav in sette fine settimana in cui gli animalisti hanno illustrato le buone pratiche da seguire quando ci si addentra in luoghi abitati da orsi. L’obiettivo? Prevenire e gestire in piena sicurezza i possibili incontri fra uomo e orso perché, per la Lega antivivisezione, la convivenza fra uomo e orso è possibile.

Si è dunque conclusa domenica scorsa la terza edizione delle attività dei “bear ambassador”, che ha visto l’impegno di 48 volontari della Lav distribuiti in sette fine settimana. L’attività si è svolta in Val di Genova, in collaborazione con il Parco naturale Adamello Brenta, proprio con l’obiettivo di diffondere le migliori e più aggiornate informazioni scientifiche allo scopo di prevenire possibili incidenti.

Un’attività di informazione e prevenzione messa in campo in mesi difficili, quelli successivi alla morte del giovane Andrea Papi, ucciso dall’orsa JJ4. “La conseguente strumentalizzazione di quanto accaduto, da parte del presidente della Provincia di Trento, non ha fatto altro che peggiorare ulteriormente la situazione - si legge in una nota del gruppo animalista -. Lanciando assurde dichiarazioni sulla necessità di ridurre il numero degli orsi, puntualmente smentite dalla scienza, Fugatti ha soffiato sul fuoco delle legittime preoccupazioni dei cittadini, creando due fazioni, pro e contro gli orsi, creando così una frattura sociale e soprattutto facendo nulla di concreto per favorire realmente la sicurezza dei cittadini”.

“L’attività svolta quest’anno dai volontari della Lav ha richiesto quindi ancora maggiori attenzioni nell’approcciare i cittadini, che però si sono dimostrati sempre estremamente interessati alle informazioni loro fornite - dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav, animali selvatici - è innegabile comunque che la campagna d’odio scatenata da Fugatti nei confronti degli orsi abbia attecchito, come dimostrato dal fatto che sono stati esclusivamente alcuni cittadini trentini i più refrattari al dialogo con i nostri volontari.”

Per il gruppo animalista gli orsi hanno istintivamente paura dell’essere umano, per questo lo evitano sempre, ma i nostri comportamenti possono farli diventare “confidenti”, demolendo quindi la naturale barriera di diffidenza, per esempio attraverso la disponibilità di cibo di origine antropica. I bear ambassador hanno consegnato ai cittadini migliaia di kit composti da alcune borse in materiale biodegradabile, utili per riportare a valle eventuali resti di cibo prodotti durante le escursioni. È fondamentale, infatti, che gli orsi non possano accedere al cibo di origine umana, altrimenti sarà normale per loro mettere in relazione le aree antropizzate con la disponibilità di cibo, addentrandosi senza paura nelle zone urbanizzate alla ricerca di cibo e venendo così marchiati come “orsi confidenti”.

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