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Cronaca / Predazzo

Morto a 22 anni sul lavoro. Il Trentino è "zona rossa" per la sicurezza

Dopo la tragedia che ha portato alla morte di Walter Guadagnini nei boschi di Predazzo, torna alla ribalta la questione sicurezza sul lavoro

È morto a 22 anni (compiuti il mese scorso) mentre montava la teleferica nei boschi fra Predazzo e Mezzavalle, a 1.300 metri circa di altitudine. A ritrovarlo è stato il papà Andrea Guadagnini, titolare della ditta Guadagnini Boschiva, che sabato 5 marzo era al lavoro con lui nel bosco. Il figlio Walter è finito in fondo a un dirupo alto una quindicina di metri. Nonostante l'intervento dell'elicottero non c'è stato nulla da fare.

In queste ore sono in corso gli accertamenti per capire se Walter sia l'ennesima vittima sul lavoro - dalla tempesta Vaia dell'ottobre 2018 si contano svariati incidenti nei boschi dove sono in corso gli interventi di recupero del legname - o se sia stato colpito da un malore improvviso.

Nel frattempo, però, la tragedia ha riportato alla ribalta il tema della sicurezza sul lavoro. “Ancora una giovane vittima sul lavoro in Trentino. E ancora una volta nei boschi colpiti da Vaia nel 2018 - commenta Walter Alotti, segretario della Uil -. Dobbiamo intervenire affinché la strage, quella più nostra, nelle nostre foreste, finisca”. Per Alotti è necessario un maggior coinvolgimento del corpo forestale provinciale, per controllare il territorio boschivo e agricolo trentino anche sul fronte della sicurezza e della prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Pochi giorni fa l'osservatorio di Vega Engineering ha pubblicato una mappatura della sicurezza sul lavoro in Italia: solo a gennaio 2022 si contano 46 vittime, più 12,2% rispetto allo stesso mese del 2021. L'osservatorio ha calcolato l’incidenza regionale degli infortuni mortali, ovvero il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data regione ogni milione di occupati presenti nella stessa. E ha classificato le regioni per colori: bianco, giallo, arancione e rosso. 

Secondo l'osservatorio, a fine gennaio il Trentino Alto Adige si colloca in "zona rossa": tra le peggiori d'Italia, assieme a Puglia, Molise, Sicilia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. In queste regioni l'incidenza infortunistica è superiore al 125% della media nazionale (pari a 1,4 morti ogni milione di lavoratori).

"Soltanto venerdì abbiamo siglato un patto per il lavoro con la Giunta provinciale mettendo al centro la qualità del lavoro che parte da elementi basilari: la sicurezza e la salute prima di tutto - afferma il segretario della Cgil del Trentino Andrea Grosselli -. Dobbiamo rafforzare il sistema di prevenzione e di controllo potenziando i servizi ispettivi provinciali, oggi del tutto sotto organico, soprattutto ora che assistiamo a un boom nel settore edile e forestale. Alle imprese chiediamo di investire davvero in sicurezza: possiamo fermare questa scia di sangue solo rispettando le norme e punendo chi non lo fa".

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