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Lunedì, 29 Aprile 2024
Ambiente

Il ghiacciaio dell'Adamello scomparirà in meno di 70 anni

Climbing for Climate, l'annuncio degli esperti

Il nefasto annuncio è ormai ufficiale, manca solo l'epitaffio: tempo 60, massimo 70 anni - tra il 2080 e il 2090 - e il ghiacciaio dell'Adamello non ci sarà più. Scomparirà per sempre dalle mappe, cartine geografiche, immagini satellitari, agli occhi dell'uomo: il suo scioglimento non è solo inesorabile ma anche veloce, velocissimo. Lo rivela l'ultimo report di Climbing for Climate, la quinta edizione dell'evento promosso dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (Rus) con l'Università di Brescia, Legambiente, il Comitato Glaciologico Italiano e il Club Alpino Italiano, di nuovo in quota per attività di monitoraggio e verifica rilanciando l'appello, ai cittadini e alle istituzioni, "per potenziare il contrasto alla crisi climatica, alla crisi ecologica e alla perdita di biodiversità, con particolare riferimento agli ambienti alpini e montani".

La fotografia è drammatica: dal 2000 ad oggi, in soli 23 anni, il maestoso ghiacciaio dell'Adamello ha perso circa la metà del suo volume, quantificato all'inizio del nuovo millennio in 870 milioni di metri cubi. Non solo: in soli tre lustri, la sua estensione si è ridotta dai 15,7 km quadrati di superficie rilevati nell'agosto del 2007 ai 13,1 km quadrati attuali, con un ritiro dell'11% ogni 10 anni (erano circa 19 kmq nella seconda metà degli anni Cinquanta). C'è poco altro da dire, se non un triste funerale da organizzare: se le cose non cambiano, e in fretta, tra il 2080 e il 2090 il ghiacciaio non ci sarà più.

Le ultime ricerche in quota

Anche le ricerche dell'Università di Brescia confermano che ogni decimo di grado di aumento delle temperature medie globali comporta incrementi sempre più catastrofici e irreversibili dei rischi e dei costi della crisi climatica. "A tutte le latitudini e per tutte le comunità - si legge in una nota -, a partire da quelle alpine e dai territori montani. Proprio perché consapevoli da molto tempo di questa traiettoria, il nostro impegno scientifico, divulgativo e di promozione della consapevolezza dell'intensità di questi rischi non può che aumentare". Le temperature dell'aria alla diga di Pantano d'Avio, ai piedi del Monte Adamello (sul versante lombardo), sono aumentate di circa 0,4 gradi ogni decennio.

Studiosi, esperti e universitari hanno scandagliato la superficie e le profondità dell'Adamello con tutti gli strumenti che oggi la tecnologia consente. Sono stati perfino utilizzati dei registratori audio, calati nel buio dei crepacci quasi a voler "ascoltare" quello che il ghiacciaio ci sta dicendo: si sentono i rumori delle crepe e lo scorrere dell'acqua, sintomi di un ticchettio irreversibile verso un punto di non ritorno che, per l'Adamello, è sempre più vicino.

Il ghiacciaio dell'Adamello, considerato il più esteso delle Alpi italiane, si trova ad un'altitudine compresa tra i 2.500 e i 3.500 metri sul livello del mare, posizionato in gran parte in Lombardia (in Valcamonica): solo una piccola parte - in gergo tecnico, effluenza - si trova in territorio trentino. Dal 1995 al 2009 si sono fusi 24 metri di spessore, con una perdita media netta di equivalente in acqua di 1.440 millimetri l'anno.

Fonte Bresciatoday

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