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Buon compleanno all'Ecomuseo Argentario, vent'anni sul territorio per raccontarne la storia e le curiosità

L'obiettivo di fondo dei primi soci era quello di far conoscere meglio il proprio territorio agli abitanti del Calisio di tutte le età, cercando di portare le persone fuori casa sui sentieri e creando percorsi tematici nei quali potessero trovare informazioni, curiosità, storie

Nel 2021 ricorre il ventennale dalla nascita dell'associazione Ecomuseo Argentario che nacque grazie alla passione degli abitanti del Calisio per il proprio territorio portò ad immaginare un’idea piuttosto innovativa per l’epoca: un museo all’aperto. La volontà dei cittadini che si mossero per istituirlo era quella di tutelare il patrimonio storico e ambientale dell’altipiano, a partire dalle miniere d’argento medievali da cui l’associazione prende il nome.

Il concetto di ecomuseo, per quanto incuriosisse le persone, era difficile da spiegare alla comunità e agli amministratori. Anche i fondatori, per esempio, non erano consci delle potenzialità del progetto, ma iniziarono con passione a ragionare sui risultati che volevano raggiungere. Nacque l’associazione Ecomuseo Argentario, costituita con l’obiettivo di ottenere il riconoscimento provinciale come Ecomuseo, raggiunto quattro anni più tardi nel 2005. L’anno successivo fu firmata la prima convenzione con i Comuni del territorio: Trento (circoscrizioni Argentario e Meano), Civezzano, Fornace e Albiano. Tale documento è stato rinnovato nel 2010 e recentemente nel 2019 (per ulteriori dieci anni).

L'obiettivo di fondo dei primi soci era quello di far conoscere meglio il proprio territorio agli abitanti del Calisio di tutte le età, cercando di portare le persone fuori casa sui sentieri e creando percorsi tematici nei quali potessero trovare informazioni, curiosità, storie. Grazie alla collaborazione con la Sat fu possibile realizzare una rete di sentieri segnalati, che copre oggi circa 180 km. Negli anni l’attività di ricerca, di documentazione e di continuo scambio con la comunità ha fatto scoprire nuovi luoghi e nuove storie che valeva la pena raccontare. Così l’associazione iniziò a farsi carico del recupero di siti storici, come le Cave di Pila di Villamontagna, le fortificazioni della Grande Guerra e le famose miniere d’argento, le “canòpe”.

L’Ecomuseo in questi vent'anni è cresciuto e ha costruito una struttura più solida, che vanta una grande esperienza e può avvalersi di un dipendente fisso e di diversi collaboratori professionisti, che gli permettono di occuparsi di progetti sempre nuovi. Per questi motivi le amministrazioni hanno iniziato a considerarlo un interlocutore importante per la gestione del territorio e nel 2017 il Comune di Trento gli ha affidato la gestione dell’Orrido di Ponte Alto, il cui recupero era un sogno dei fondatori.

Nel 2019 anche il Comune di Lavis ha voluto prendere parte al progetto ecomuseale, portando con sé la sfida della riapertura al pubblico del Giardino dei Ciucioi. Dal 2020 l’Ecomuseo Argentario è capofila della Rete degli Ecomusei del Trentino, ad oggi costituita da 9 realtà e facente parte della rete nazionale degli ecomusei. Dopo vent’anni sentiamo di avere ancora tanto da scoprire e da offrire alla comunità, con la consapevolezza che questo percorso non ha una fine, perché nasce dai bisogni, dalle passioni e dai sogni delle persone che ci sostengono.

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