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La leggenda dell'orso e di San Romedio

Ricordato anche per l’area faunistica, nei pressi del Santuario di San Romedio vive in semilibertà un orso, vera mascotte di tutti i bambini della Val di Non a cui è legata una leggenda

La presenza di esemplari di orso in Trentino nel corso del tempo si è unita spesso a storie e leggende che a loro volte hanno trovato appigli con la fede e la religione.

Tra le varie leggende quella sicuramente più nota è quella di San Romedio. Questo santo, giunto ormai in età avanzata, nel corso della propria vita si sarebbe incamminato dal luogo dove viveva come eremita verso la città di Trento dove ad attenderlo per alcune comunicazioni c'era l'allora vescovo Vigilio. Il percorso non era dei più agevoli, soprattutto per una persona anziana. E così Romedio salì in sella al proprio cavallo e partì. La strada era un sentiero tra i boschi e fu proprio qui che incrociò l'orso.

L'esemplare balzò addosso al santo, attaccando il cavallo e disarcionando Romedio che dovette assistere alla morte del proprio destriero, sbranato dall'orso. Il santo però non si perse d'animo. Romedio infatti, narra la leggenda, si avvicinò alla bestia che riuscì miracolosamente a rendere mansueta e a cavalcarla fino a Trento.

Ovviamente tutta la popolazione rimase sbalordita nel vedere l'eremita scendere in città e varcare le mura di accesso insieme a questo animale selvatico, considerato pericoloso e indomabile. L'orso rimase fino alla morte del santo insieme a Romedio formando quel binomio ancora oggi ricordato dalla leggenda.

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