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Violenze e minacce: in carcere il 46enne che aveva aggredito la moglie e sfasciato le vetrate con l'ascia

L'uomo si trovava ai domiciliari, ma da quanto constatato dagli inquirenti sono stato "diversi gli episodi di violazione delle prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria"

Diverse le violazioni che gli inquirenti hanno registrato nei mesi successivi all'arresto e così, il 46enne che si trovava agli arresti domiciliari in Val di Sole per violenza e minacce ai danni dell'ex moglie è finito in carcere. La notizia è d'inizio febbraio 2023, ma il fatto risale, originariamente, al mese di marzo del 2022. 


Nello specifico, a marzo dello scorso anno il 46enne,  notando la propria moglie nella reception di una struttura alberghiera solandra, l'ha aggredita ingiuriandola e minacciandola. Alcune persone presenti erano intervenute in difesa della donna, riuscendo ad allontanare l’aggressore e richiedendo l’immediato intervento dei carabinieri. Non contento, l’uomo era ritornato subito dopo davanti all’albergo armato di un’ascia, con la quale ha infranto le vetrate della porta d'ingresso, dandosi alla fuga. Bloccato in poco tempo a Malè da una pattuglia dell’aliquota Radiomobile, è stato perquisito e trovato in possesso di una bomboletta spray urticante.


Dopo aver ricostruito i fatti con la Procura della Repubblica di Trento, i carabinieri delle Stazioni di Rabbi e Malè, intervenuti, hanno poi arrestato il 47enne di origine romena, residente in Val di Sole, eseguendo una misura cautelare personale emessa dal Tribunale di Trento, che poneva fine a una serie di violenze domestiche commesse nei confronti della coniuge, con cui era in atto un procedimento di separazione. Erano stati raccolti inoltre "circostanziati elementi probatori sulla responsabilità penale dell’uomo in merito ai maltrattamenti patiti nel tempo dalla donna, connotati da episodi di violenza psicologica ed economica, fino a sfociare nell’atto di violenza commesso presso l’albergo" sottolineano gli inquirenti.


L'uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari, ma nelle settimane successive sono stati riscontrati dai carabinieri della stazione di Malè diversi episodi di violazione delle prescrizioni imposte dall’Autorità giudiziaria, tra cui l’obbligo di aprire sempre la porta alle pattuglie incaricate di controllarlo e di essere collaborativo nel consentire ai militari di verificare costantemente l’osservanza del provvedimento restrittivo.

È così che le segnalazioni inoltrate alla Procura della Repubblica ed al Giudice per le indagini preliminari hanno fatto aprire le porte del carcere di Trento, dove l’arrestato, il 2 febbraio, è stato condotto dai carabinieri di Malè che hanno dato esecuzione alla misura cautelare più restrittiva.

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