Telelavoro, dai primi di giugno 26 provinciali lavoreranno da casa
A regime saranno 200. La Provincia risparmia su straordinari, recuperi, buoni pasto e calcola una minore emissione di anidride carbonica pari a 18mila kg, visto che i 26 dipendenti non useranno l'auto
Nei primi giorni del prossimo mese di giugno, così come era stato previsto, inizia la sperimentazione per i primi 26 dipendenti della Provincia che lavoreranno a domicilio - diventando a tutti gli effetti telelavoratori - nell’ambito del progetto TelePAT, ossia del progetto della implementazione del telelavoro nella Provincia autonoma di Trento.
Ai telelavoratori non sono riconosciuti i buoni pasto nei giorni di telelavoro domiciliari né il lavoro straordinario e le ore di recupero. Pertanto, il risparmio concreto e immediato che otterrà la Provincia già nel prossimo anno, grazie all’avvio di queste prime 26 postazioni, è di 11.400 euro di buoni pasto; un risparmio annuo di circa 18mila kilogrammi di andidride carbonica grazie ai minori spostamenti in auto dei dipendenti e 3.320 euro di straordinari, oltre che 429 ore di recupero.
Il progetto di telelavoro a regime, vedrà coinvolti 200 telelavoratori. Da tempo, peraltro, parte dei dirigenti e dei direttori della Provincia ricorrono informalmente a questa modalità di lavoro, e ora anche loro, grazie al progetto TelePAT potranno farlo in maniera regolamentata: si tratta del cosiddetto telelavoro mobile, poiché a dirigenti e direttori è richiesto di essere sempre reperibili e di poter dare risposte tempestive alle varie problematiche, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo essi si trovino. Grazie a questo diverso modo di lavorare e alle moderne tecnologie, essi possono così svolgere parte delle proprie attività in luoghi diversi dall’ufficio tradizionale e in orari differenti da quelli tradizionalmente prestabiliti.