Pietro Maso in una comunità trentina per disintossicarsi
Tornato in libertà nel 2013 dopo aver scontato 22 anni di carcere, il killer veronese oggi vive in Trentino, la sua lettera a Foffo: "Non posso biasimarti per quello che hai fatto"
"Non posso biasimarti per quello che hai fatto". A scrivere è Pietro Maso, tornato in libertà nel 2013 dopo aver scontato 22 dei 30 anni di condanna per aver ucciso i genitori nel febbraio 1991 a Montecchia di Crosara (Verona).
Oggi Maso vive in Trentino, ospite di una comunità di recupero dove cerca di guarire dalla dipendenza della cocaina. Il destinatario della lettera è un altro killer: Manuel Foffo, in carcere insieme a Marco Prato per l'omicidio di Luca Varani. Ma a colpire Maso è stata sopratutto una frase riferita da Foffo ai pm: "Volevo uccidere mio padre".
Una lettera pubblicata in esclusiva dal Giornale nei giorni scorsi. "Io sono stato peggiore di te, ma posso capire perché volevi ammazzare tuo padre. Un cupo e rarefatto istinto di rivalità per catturare tutto l' affetto delle donne di casa e dimostrare di non essere solo il cucciolo fragile e indifeso". Maso confessa di aver ucciso "solo per regolare le mie psicosi e sconfiggere i miei incubi. Da quell'abominevole attimo, la vita mi è sfuggita dalle mani per sempre".
E mette in guardia Foffo da quello che l'aspetta: "Conosco bene la tua transizione e ciò che ti aspetta per molti anni ancora. L'isolamento, la disperazione, gli sputi in faccia degli altri detenuti e la durezza delle guardie. La voglia di suicidarti e l'illusione di svegliarti da un brutto sogno e tornare alla vita di sempre. (...) Il peggio è che pure a fine corsa rimarrai la bestia feroce da escludere. Non ti illudere che sarai accettato o accolto".