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Cronaca Centro storico / Via Rodolfo Belenzani

Moschea a Trento, la rabbia di Lega e Forza Italia

La costruzione di nuovi luoghi di culto verrà inserita nel nuovo Piano Regolatore Generale del comune. Insorgono Lega e Forza Italia che chiedono di sottoporre il progetto di realizazzione di una moschea a referendum

Trento potrebbe avere presto la sua moschea. La costruzione di nuovi luoghi di culto verrà molto probabilmente inserita nel nuovo Piano Regolatore Generale comunale: una decisione che vede la netta contrarierà di Lega Nord e Forza Italia.

I consiglieri comunali del Carroccio bollano come "arrogante" la scelta del comune e chiedono di sottoporre l’inserimento nel PRG della moschea a referendum.

"Il mondo  - scrive la lega in un comunicato - procede in una direzione, in risposta ad eventi drammatici, Trento invece no, si pensa addirittura di costruire una moschea con i soldi dei trentini, a nostro giudizio un vero sgarbo democratico che non favorisce l’integrazione ma aumenterebbe ancora l’intolleranza.L’assessore alle politiche sociali Franzoia, invece di impiegare denaro per costruire moschee, dovrebbe aiutare le migliaia di trentini in difficoltà economiche e sociali senza dare adito a richieste che potrebbero avere dei risvolti pericolosi per la città. Fatte queste considerazioni, quando sarà ora e tempo di votare questa delibera presenteremo migliaia di emendamenti, nel rispetto della città, nel rispetto della democrazia, nel rispetto dei trentini, auspicando che questa scelta sia sottoposta a referendum e stralciata definitivamente dal PRG”.

Stessa posizione anche per il consigliere provinciale trentino di Forza Italia Giacomo Bezzi che chiede "una moratoria per la costruzione di nuove moschee, fino a quando non saranno stabilite regole certe di comportamento nei luoghi di culto musulmani in Italia"

"La situazione internazionale - sostiene in una nota - caratterizzata dalla radicalizzazione dell'estremismo religioso, con delle forme di terrorismo arrivate anche in Europa, con metodi che fino ad ora erano riservati solo ai paesi mediorientali, ci impone una riflessione aggiuntiva rispetto al passato. Se è vero, come è vero, che Islam non significa Isis - prosegue - e che con il mondo mussulmano moderato, volente o nolente bisogna convivere e coabitare in Europa a seguito dell'apertura intrapresa ormai da decenni in paesi come Belgio, Francia, Inghilterra e poi a seguire nel resto del territorio europeo. È anche vero, che la radicalizzazione delle seconde generazioni di soggetti nati in Europa, sta a significare che il modello di integrazione insegnato all'interno delle moschee e divulgatosi poi nelle comunità islamiche occidentali, non convince fino in fondo". 

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