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Monitoraggio Gimbe, scendono i contagi ma la curva è stabile

In provincia di Trento i posti letto covid occupati in area medica (13,5 per cento) superano la media nazionale

Il monitoraggio della fondazione Gimbe rileva nella settimana 24-30 agosto, rispetto alla precedente, una diminuzione dei nuovi casi (149.701 vs 177.877) e dei decessi (574 vs 759). In calo anche i casi attualmente positivi (660.241 vs 752.091), le persone in isolamento domiciliare (654.588 vs 745.459), i ricoveri con sintomi (5.427 vs 6.378) e le terapie intensive (226 vs 254) (figura 3).

La provincia di Trento segue il trend italiano con un calo del 7,6 per cento e un tasso di 361 nuovi casi per 100mila abitanti nella settimana analizzata.

“Dopo il rimbalzo della scorsa settimana - dichiara il presidente Nino Cartabellotta -, il numero dei nuovi casi settimanali torna ad assestarsi intorno a quota 149mila, documentando che da metà agosto, al di là di modeste oscillazioni, la curva è in fase di plateau. In tutte le regioni si registra un decremento percentuale dei nuovi casi. L’incidenza si attesta sotto i 500 casi per 100mila abitanti in tutte le province”.

La situazione negli ospedali

“Sul fronte degli ospedali - afferma Marco Mosti, direttore operativo della fondazione Gimbe - prosegue il calo dei ricoveri sia in area medica (-14,9 per cento) che in terapia intensiva (-11 per cento)”.

Dal 26 luglio in cinque settimane i ricoveri sono scesi rispettivamente da 434 a 226 in area critica e da 11.124 a 5.427 in area medica. Al 30 agosto il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti covid è dell’8,5 per cento in area medica e del 2,5 per cento in area critica.

La provincia di Trento fa molto bene per quanto riguarda l’area intensiva (zero per cento di posti letto occupati da pazienti covid nella settimana esaminata), ma registra un dato peggiore rispetto alla media nazionale per quanto riguarda i posti letto covid occupati in area medica (13,5 per cento).

Infine, secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, nel periodo 24 agosto 2021-23 agosto 2022 sono state registrate in Italia oltre un milione di reinfezioni, pari al 5,8 per cento del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 17-23 agosto è stabile al 12,9 per cento (20.060 reinfezioni).

La situazione vaccinazioni

Al 24 agosto (aggiornamento ore 06.16) l’88,2 per cento della platea (50.828.998 persone) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+2.965 rispetto alla settimana precedente) e l’86,7 per cento (49.965.649 individui) ha completato il ciclo vaccinale (+3.758 rispetto alla settimana precedente).

Sono ancora 6,82 milioni le persone di età superiore ai cinque anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose.

“In questa fase di relativa stabilità dei nuovi contagi - conclude Cartabellotta - la discesa della quinta ondata si è ormai arrestata e la circolazione virale rimane elevata: al 30 agosto oltre 660mila positivi (numero ampiamente sottostimato), un tasso di positività dei tamponi antigenici al 16 per cento e una media di oltre 21mila nuovi casi al giorno. Numeri destinati ad aumentare con la ripresa delle attività lavorative, la riapertura delle scuole, la maggiore frequentazione dei luoghi chiusi, la decadenza dell’obbligo di mascherina sui mezzi pubblici dal 30 settembre e la ventilata riduzione del periodo di isolamento da 7 a 5 giorni previo test negativo e da 21 a 15 giorni per i positivi. D’altro canto, nonostante i ripetuti allarmi, Centaurus sta circolando da tre mesi senza prendere il sopravvento su Omicron 5: è in grado di eludere la risposta immunitaria, ma non ci sono evidenze di una sua maggiore trasmissibilità o gravità clinica. Sul versante popolazione suscettibile, invece, aumentano le persone a rischio di malattia grave: al 31 agosto si contano ben 15,2 milioni senza quarta dose, oltre a 892 mila non vaccinati, 1,88 milioni senza terza dose. Con la stagione autunnale in arrivo è necessario accelerare al massimo la vaccinazione di over 60 e fragili, senza attendere i vaccini aggiornati per i quali non esistono ancora prove di efficacia nel prevenire la malattia grave, sulla quale il vecchio vaccino rimane un’arma eccellente”.

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