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L'indagine

Assalivano i bancomat con ruspe rubate nel trentino: due arresti

Approfittavano delle trasferte di lavoro per fare sopralluoghi ai bancomat da assaltare

Approfittavano delle trasferte di lavoro tra le province di Verona, Trento e Mantova, per fare sopralluoghi ai bancomat da assaltare, con ruspe e furgoni dotati di braccio meccanico. Per questo due colleghi bresciani di 46 e 49 anni sono stati arrestati ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Caprino Veronese, al termine di indagini iniziate dopo il primo colpo, messo a segno la notte del 6 agosto scorso a San Pietro in Cariano (Verona).

Il bersaglio era la filiale locale della Banca popolare di Verona, colpita con un escavatore rubato poco prima, che ne ha sfondato le vetrate. Durante il colpo sono stati danneggiati un palo dell'illuminazione pubblica e tre auto parcheggiate davanti all'istituto di credito. Ma è a Trento che i malviventi avevano rubato i due furgoni cassonati, muniti di braccio meccanico e usati per portare via i bancomat. Il furto era avvenuto nella provincia trentina e poi nascosti nel veronese.

La dinamica si è ripetuta il 13 novembre, quando in piena notte è stato assaltato il bancomat della filiale Bpm della frazione Domegliara di Sant'Ambrogio di Valpolicella, sempre in provincia di Verona, utilizzando una ruspa trafugata a Dolcè. Lo sportello è stato ritrovato due giorni dopo a Gavardo, nel bresciano.

Le indagini del nucleo operativo e radiomobile hanno ricostruito come i due pregiudicati approfittassero dell'attività lecita alle dipendenze di un'azienda del settore terziario della sponda bresciana del lago di Garda, per la quale dovevano spostarsi nelle province di Verona, Trento e Mantova, per eseguire meticolosi sopralluoghi e scegliere con cura gli obiettivi, dopo aver pianificato le vie di fuga.

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