Hanno quattro figli e tutto in regola, ma rischiano di finire per strada

Alto Garda. Sono giorni di apprensione per due genitori e i loro quattro figli, il più grande 14 anni e il più piccolo 2, che il prossimo 15 gennaio saranno sfrattati dalla loro casa ad Arco.

“Si tratta di uno sfratto per fine locazione presso un proprietario privato. La famiglia non ha morosità: ha sempre pagato l’affitto, semplicemente non riesce a trovare un altro alloggio. Il padre lavora con un contratto a tempo indeterminato e risiede in Alto Garda da oltre 20 anni e ha cittadinanza italiana. Nonostante questo, non riesce a trovare un alloggio” spiega lo Sportello Casa per Tutti che annuncia il proprio picchetto davanti alla casa della famiglia il giorno dello sfratto alle 9.

Per evitare, brutalmente parlando, di finire per strada, la famiglia avrebbe provato a rivolgersi ai servizi sociali e dal 2005 presenterebbe richiesta di casa Itea senza successo. Un caso non nuovo, soprattutto nell’Alto Garda.

Ancora la voce degli attivisti di Sportello Casa per Tutti: “In questo territorio l’emergenza abitativa sta diventando una vera e propria ‘pulizia di classe’ della popolazione residente per far posto ai turisti. Non si vogliono lavoratori e lavoratrici, ma schiavi e schiave. Come chiamare la situazione di una persona che lavora, abita qui da decenni ed è costretta a separarsi dalla propria famiglia perché non trova casa in Trentino, se non schiavitù? Eppure è successo ad almeno quattro famiglie che si sono rivolte a noi, tutte in Alto Garda”.

Lo Sportello chiede che, per far fronte all’emergenza abitativa del territorio trentino, si attivi un tavolo sfratti istituzionale dove esaminare le singole situazioni e cercare soluzioni e si crei una struttura pubblica per famiglie. “Finché queste modestissime richieste non saranno attuate, la resistenza delle famiglie sotto sfratto continuerà, per il semplice motivo che non è data loro altra opzione” commentano gli attivisti.