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Salute

Epatite acuta nei bambini: sintomi e ipotesi. Cosa sappiamo

Vengono colpiti soprattutto bimbi con meno di 6 anni, l'origine è ignota. I primi sintomi sono vomito e diarrea. Galli: "Forse è un virus sconosciuto"

C'è il caso del bambino di Prato trasferito d'urgenza dal Mayer di Firenze al Bambin Gesù di Roma, rischiando il trapianto di fegato a causa della forma aggressiva di epatite. L'allarme è scattato a livello europeo. Vengono colpiti bambini con meno di sei anni, l'origine è sconosciuta.

Nel nostro Paese i casi da inizio anno, contati dai reparti di epatologia pediatrica, sarebbero 17, tuttavia "le segnalazioni di casi sospetti si succedono rapidamente", fanno sapere dal ministero della Salute, che ha diramato una circolare per chiedere alle regioni di segnalare i casi sospetti e di fare tutti gli accertamenti specifici richiesti.

L'unica certezza è che le forme aggressive di epatite non appartengono a quelle note (A, B, C, D ed E). Resta dunque da capire cosa le provochi. Potrebbe essere un nuovo virus. La preoccupazione deriva dal fatto che nel nostro Paese queste epatiti gravi capitano al ritmo di una decina l'anno, numero raggiunto invece in pochi giorni. Potrebbe dunque trattarsi dello stesso tipo che si sta diffondendo in Europa.

"Di questo tipo di malattie ne vediamo tutti gli anni e quello che ci interessava capire, visto che della forma che ha provocato tanti malati soprattutto nel Regno Unito non si conosce la causa, se ci fosse stato un incremento delle diagnosi", spiega Angelo Di Giorgio, che coordina l'area fegato della Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica e lavora al centro trapianti pediatrici dell'ospedale di Bergamo. Di Giorgio ha raccolto i primi dati sui casi di epatite acuta di causa non nota ricoverati negli ospedali italiani: "Per ora siamo in media con gli anni scorsi, visto che vedevamo tra i 60 e i 70 casi in dodici mesi. Per questo non siamo allarmati".

L'allarme partito dal Regno Unito

Nel Regno Unito i casi venerdì 22 aprile erano già arrivati a 108 (di cui otto bambini sono stati costretti a un trapianto di fegato) e ci sono segnalazioni da molti Paesi europei. Qualcuno ha ipotizzato che tali gravi forme di epatite siano causate da adenovirus, un tipico virus che generalmente provoca innocui raffreddori o diarrea negli adulti e raramente può causare problemi più gravi nei più piccoli. Secondo un'ipotesi che ha fatto parecchio rumore, a oggi non provata, è possibile che la scarsissima esposizione della popolazione generale ai virus più comuni, causa lockdown e restrizioni degli ultimi due anni, abbia fatto sì che i bambini possano aver sviluppato difese immunitarie più basse che in passato. L'esposizione meno protetta ad adenovirus potrebbe essere stata una causa primaria per l’esplosione di casi di epatite acuta nei bambini, per cui sinora circa uno su dieci ha avuto bisogno di un trapianto per sopravvivere. Per ora c'è solo una singola frase che teorizza il legame in un articolo scientifico di una settimana fa: ancora troppo poco.

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La stampa britannica riporta infatti un passaggio di un articolo sulla rivista medica “Eurosurveillance” del 14 aprile, in cui si analizza l'epatite acuta rilevata per la prima volta in marzo in Scozia. Qui sono stati registrati 14 casi in poco più di un mese, mentre in media quelli di origine sconosciuta non arrivano a 5, ma in un intero anno: "In questo momento l’ipotesi più plausibile sembra essere legata all’adenovirus", a cui è risultato positivo il 77 per cento dei bambini colpiti da epatite acuta oltremanica.

I sintomi e le cause nei bambini

Sull'ipotesi lockdown, l'esperto di epatiti Luca Guidotti, vicedirettore scientifico dell'Irccs San Raffaele di Milano e professore ordinario all'Università Vita-Salute San Raffaele, mette in guardia: "Non si può escludere nulla, ma non abbiamo neanche dati per affermarlo. Sarebbe come chiedere: ma ci assicuri che non ci sia vita nell'universo? Il covid è stata una brutta storia, con le mascherine, la mancanza di vita sociale. Però, se da qui iniziamo a dire che queste cose causino epatiti acute, poi non ci fermiamo più".

Certamente, però, il primo punto su cui l'esperto intende sgombrare il campo è la questione vaccini: "La stragrande maggioranza di questi casi è in bimbi non vaccinati - afferma -. Quindi ci risparmiamo fin dall'inizio eventuali follie da 'terrapiattisti'", sorride. Prima di questo "ci sono da indagare i virus epatotropici" che colpiscono primariamente il fegato, "i virus non epatotropici" che possono colpirlo in alcuni casi, "e l'universo dei virus che neanche conosciamo". E poi c'è molto altro ancora da considerare.

"Una domanda che piuttosto ci si pone è: il covid è implicato in questa vicenda? Alcuni bambini erano positivi per Sars-CoV-2 ed è una cosa che non possiamo escludere - dice lo scienziato -. Questo virus può attaccare il fegato, ma non dà patologie epatiche preponderanti. Però, di nuovo, siccome di questo patogeno conosciamo ancora molto poco, ci può essere un caso su mille o anche di più che può avere manifestazioni epatiche. Non è escluso. Anche covid è da indagare".

L'origine di questa forma di epatite "ha tutte le caratteristiche di quelle virali", spiega Giuseppe Indolfi, consulente dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e coordinatore del gruppo fegato della Società europea di gastroenterologia ed epatologia. "I bambini, in larga parte sotto i 6 anni, cominciano con vomito e diarrea e poi vanno incontro a un particolare stato di stanchezza, fanno gli esami del sangue e riscontrano l'aumento delle transaminasi. Questo - spiega Indolfi - è tipico di un'infezione virale, ma finché non siamo certi che tutti questi casi siano determinati da uno specifico virus possiamo solo ipotizzarlo".

L'epatite spesso non ha sintomi evidenti, ma possono includere urine scure, feci di colore grigio pallido, prurito della pelle e ingiallimento degli occhi e della pelle. Le persone infette possono anche soffrire di dolori muscolari e articolari, febbre alta, sentirsi male ed essere insolitamente stanchi per tutto il tempo. Nei bambini i sintomi sono molto riconoscibili: l'epatite acuta si manifesta con disturbi gastrointestinali, ma soprattutto il bambino assume un colore giallo.

Nei casi diagnosticati ci sono state guarigioni spontanee, nelle quali gli epatociti si sono rigenerati. In altri casi invece il fegato non è riuscito a recuperare il danno e si è reso necessario un trapianto. L'infettivologo Massimo Galli sospetta che la causa sia un virus "che finora non abbiamo ancora inquadrato".

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