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Cronaca

Case sugli alberi: "La gente pagherebbe 300 euro per dormirci dentro"

A favore: "Potremmo essere i primi in Italia a disciplinare con legge queste abitazioni. Per dormirci dentro c’è chi è disposto a pagare anche 300 euro". Contro: "Non si possono mettere forme di vita come gli alberi a disposizione del puro diletto umano"

Le case sugli alberi non sono un’idea “campata in aria”, perché potrebbero rispondere alla domanda, che a quanto pare è oggi in crescita, di un turismo “spartano” a diretto contatto con la natura. Insomma, per un suggestivo rifugio sospeso tra rami e fronde molti sarebbero disposti a pagare. Ne è convinto il consigliere Mauro Delladio, che con un disegno di legge ha proposto di integrare un articolo della normativa urbanistica della Provincia, quello sui Prg, per rendere possibile la realizzazione delle “case sugli alberi”, grazie alle quali anche località turisticamente poco sviluppate del Trentino acquisterebbero interesse e attrattiva. Del provvedimento ha discusso oggi pomeriggio la terza commissione permanente presieduta da Roberto Bombarda, consultando una serie di soggetti interessati e, per la Giunta, l’assessore Gimozzi. 


Le aree nelle quali localizzarle

E proprio la questione della collocazione delle case sugli alberi, vale a dire della necessità di dotare o no queste strutture sospese da terra di servizi e infrastrutture, se non all’interno quantomeno nelle vicinanze, è stata sottolineata dai soggetti ascoltati dalla commissione. A favore di una localizzazione delle case sugli alberi in aree prossime a centri urbani si sono espressi i Comuni di Cles e Sagron Mis con i sindaci Maria Pia Flaim, affiancata dall’assessore Marco Nicolodi, e Luca Gadenz di Sagron Mis. Flaim ha ricordato come sull’argomento il comune di Cles abbia bandito un concorso per promuovere l’imprenditoria giovanile. Ben 60 sono stati i progetti di case sugli alberi prodotti dai ragazzi ai quali il Comune ha dedicato una mostra coinvolgendo l’Associazione artigiani, a dimostrazione del notevole interesse suscitato anche tra gli operatori dell’edilizia da queste abitazioni sui generis. Secondo Gadenz (Sagron Mis) se un sito internet pubblicizzasse quest’offerta turistica raccoglierebbero sicuramente prenotazioni e il costo delle case sugli alberi sarebbe subito ripagato. 

C’è chi per dormirci dentro pagherebbe anche 300 euro

Delladio, ha condiviso l’esigenza che siano i Comuni a individuare le aree più adatte dei rispettivi territori nelle quali realizzare le case sugli alberi. Firmani (Idv) si è mostrato scettico nei confronti del disegno: “è bello sognare – ha osservato – ma bisogna fare i conti con la realtà e chiedersi se esiste un mercato per queste strutture. Altrimenti vengono costruite ma non rendono nulla”. A fugare i dubbi di Firmani ha provveduto l’assessore Nicolodi (Cles): “esiste un forte mercato – ha assicurato – con progetti arrivati dalla Svizzera e dalla Francia. C’è anche una ditta specializzata nella realizzazione di case sugli alberi. Potremmo essere i primi in Italia a disciplinare con legge queste abitazioni. Per dormirci dentro c’è chi è disposto a pagare anche 300 euro".

Il no di ambientalisti, professionisti, urbanisti e del Cal

Luigi Casanova ha riferito la contrarietà della sezione trentina di Italia Nostra disegno di legge ad integrare e “appesantire” con la previsione delle case sugli alberi l’articolo 29 della legge urbanistica provinciale. Nettissimo il “no” di Cipra Italia, secondo cui – ha osservato Casanova – “non si possono mettere forme di vita come gli alberi a disposizione del puro diletto umano. Per il coordinatore del Comitato interprofessionale ordini e collegi professionali, Mario Agostini, non si avverte il bisogno di una normativa per una proposta come questa, di cui non si capisce la finalità (“riguarda la pianificazione urbanistica o il marketing territoriale”). In una nota la sezione trentina dell’Inu, l’istituto nazionale di urbanistica, ha fatto sapere alla commissione di non ritenere opportuno rendere facilmente realizzabili queste strutture, perché solo apparentemente le case sugli alberi avrebbero un basso impatto avendo bisogno di infrastrutture di servizio.

Anche il presidente del Consiglio delle autonomie locali Marino Simoni ha inviato una nota nella quale esprime contrarietà alla proposta di modificare la legge urbanistica provinciale, evidenziando l’esigenza di tutelare i boschi evitandone un “indiscriminato sfruttamento antropico” che la realizzazione di case sugli alberi potrebbe favorire.

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