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Fallisce l'azienda ma i soldi sono stati usati per spese "extra": tre denunciati per bancarotta fraudolenta

Da quanto emerso dalle indagini, le persone coinvolte non versavano alcuna imposta o contributo né presentavano le prescritte dichiarazioni fiscali finendo, così, con l’indebitare in maniera irreversibile la società

Tre bolzanini, amministratori di una società a responsabilità limitata operante nel settore del trasporto di merci su strada, sono stati denunciati dalla Guardia di finanza con l’accusa di bancarotta fraudolenta. La notizia è stata divulgata venerdì 11 novembre, l’indagine di polizia giudiziaria condotta dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Bolzano, è stata avviata nel corso del 2022.

L’attività investigativa condotta su delega della Procura della Repubblica di Bolzano, ha permesso di rilevare che i tre presunti responsabili, pur in presenza di debiti nei confronti dell’Erario e di Enti previdenziali, avrebbero distratto dalle casse dell’impresa oltre 250.000 euro, effettuando cospicui prelevamenti in contanti e destinando somme a scopi extra aziendali, quali versamenti in favore di una società riconducibile agli stessi soggetti, l’elargizione di denaro a propri familiari, l'acquisto di beni di prima necessità e il pagamento di soggiorni in strutture ricettive.

Inoltre, grazie al sequestro di materiale informatico e di documentazione dell’impresa, gli inquirenti avrebbero appurato che le persone coinvolte non versavano alcuna imposta o contributo né presentavano le prescritte dichiarazioni fiscali finendo, così, con l’indebitare in maniera irreversibile la società che, una volta “svuotata” del patrimonio, è stata dichiarata fallita. I tre indagati erano noti alle Fiamme Gialle per altre "pendenze" specifiche in materia di reati fallimentari e riciclaggio. Solo due anni fa, infatti, gli stessi sarebbero stati sottoposti ad analoghi accertamenti di polizia giudiziaria legati al fallimento di un’altra società, avente sede anch’essa in provincia di Bolzano e operante sempre nel settore del trasporto di merci su strada.

Nell’indagine svolta in quell’occasione, in relazione alla quale i presunti responsabili si trovano in attesa di giudizio, è stata contestata una distrazione patrimoniale in danno dell’azienda fallita, pari a circa 280.000 euro, anche in questo caso determinata, tra l’altro, da prelevamenti in contanti, spese di natura privata e trasferimenti in denaro su conti personali.

I provvedimenti sono stati emessi nell’ambito della fase delle indagini preliminari e allo stato delle attuali acquisizioni probatorie. In attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.

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