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I pompieri rivani non hanno mai avuto così pochi mezzi

Il comandante Boroni denuncia anche gli elevati tempi di allertamento: "Dalla chiamata al 112 alla richiesta di intervento al nostro corpo passano nove minuti"

“Negli ultimi 20 anni, a fronte dell’aumento di vigili formati su cui abbiamo investito importanti risorse, i mezzi con i quali interveniamo sono diminuiti”. Dal 2000 al 2015 il corpo dei vigili del fuoco di Riva del Garda poteva contare su due gommoni, due motoscafi e una nuova moto d’acqua, veloce e performante, mentre dal 2020 è rimasto solo con una moto d’acqua e un vecchio gommone di oltre 10 anni. Non solo: dal 1980 il numero di mezzi non è mai stato così basso.

La denuncia arriva dalla relazione del comandante Graziano Boroni presentata lo scorso 22 agosto nel corso dell’assemblea ordinaria del corpo rivano. 

I vigili del fuoco di Riva del Garda, in gestione associata con Nago Torbole, sono operativi 24 ore su 24 e vengono chiamati a intervenire per soccorrere persone e imbarcazioni anche fuori provincia, fino a Limone (Brescia) e Malcesine (Verona).

“Gli interventi negli anni - afferma Boroni - non sono certo diminuiti, ma diminuendo le imbarcazioni, quelle che rimangono hanno una vita molto breve, un’usura esponenziale. L’anno prossimo arriverà una nuova imbarcazione, che attendiamo dal 2015, ma non sarà sufficiente per far fronte a tutte le tipologie di interventi”.

È necessario allora trovare finanziamenti, spiega il comandante, per riparare il secondo motoscafo da lavoro, indispensabile per i traini e per i lavori in bassi fondali. Si tratta di un’imbarcazione ancora in buono stato, ma che necessita di essere ri-motorizzata: “Lo chiediamo da oltre un anno e nel frattempo continuano ad aumentare i prezzi dei materiali senza avere risposte”.

La richiesta di risorse avanzata presso la cassa provinciale antincendi è infatti ad oggi rimasta inevasa, mentre l'amministrazione comunale ha già messo a disposizione una parte dei fondi necessari. L’assessore provinciale allo Sviluppo economico Achille Spinelli, presente all’assemblea del corpo rivano, ha assicurato che si farà portavoce presso gli uffici provinciali per capire dove questo finanziamento si sia arenato.

Oltre nove minuti per essere soccorsi

Alla mancanza di mezzi si aggiungono i tempi di allertamento: chi chiede soccorso sul lago deve attendere in media nove minuti tra la chiamata e l’attivazione dei soccorsi. Questo succede, ha spiegato Boroni, perché sono previsti più passaggi: “Si chiama la centrale di primo livello 112, la quale effettua la prima breve intervista e per protocollo trasferisce la chiamata alla capitaneria di porto di Venezia, altra breve intervista, prima di essere smistati alla capitaneria di porto di Salò, breve intervista e la chiamata viene inoltrata alla centrale 115 di Trento, breve intervista per poi allertare il corpo dei vigili del fuoco di Riva del Garda che dovrà effettuare il soccorso”.

Nove minuti ai quali si deve aggiungere il tempo necessario al personale rivano per raggiungere la caserma, il porto e uscire con i mezzi.

“Così - afferma Boroni - vediamo vanificati gli sforzi di anni di lavoro, per garantire il soccorso in modo celere e puntuale. L’utente che attende il soccorso a volte ci chiede come mai impieghiamo così tanto tempo ad arrivare. Tali procedure vanno ottimizzate, semplificate, l’utente che deve essere soccorso, non ha tempo da perdere”.

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