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Vendemmia, in Trentino quella appena iniziata è una stagione all'insegna della qualità

In leggero calo invece la produzione: -10% rispetto allo scorso anno, a causa soprattutto del meteo estremo

Sarà una vendemmia di ottima qualità, anche se con un lieve calo in termini quantitativi rispetto allo scorso anno. E anche il mercato in ripresa aiuterà i produttori. Questa la fotografia scattata da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini. Il report è stato presentato nella mattinata di mercoledì 8 settembre alla presenza del sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali GIanmarco Centinaio.

Secondo le previsioni, scende a 44,5 milioni di ettolitri la produzione nazionale di vino 2021, un dato in calo del 9% rispetto ai 49 milioni di ettolitri del 2020. A fare da protagonista, il meteo particolarmente anomalo che influenza sempre di più la produzione di vino.

Per quanto riguarda i dati economici, arrivano segnali incoraggianti sia dalla domanda estera (2,7 miliardi di euro e +11% il risultato dell’export nei primi 5 mesi dell’anno) che sul mercato interno, trainato dalla riapertura del settore alberghiero e della ristorazione, oltre che dalla ripresa del turismo. Dopo una campagna 2020/21 con i prezzi in flessione del 3%, la prospettiva di una minor produzione per la vendemmia in corso, assieme alla ritrovata dinamicità della domanda, genera ottimismo anche sull’andamento futuro dei listini.

La vendemmia in Trentino

La situazione del Trentino, che perde il 10% della produzione rispetto al 2020, rispecchia a grandi linee quella del resto del Paese: l’annata 2021 è stata caratterizzata da un andamento stagionale alterno e con situazioni piuttosto estreme, ma nel complesso, secondo il rapporto la vendemmia 2021 sarà interessante e di qualità. "Le viti si presentano ottimamente, i grappoli sono sani, la carica produttiva non è eccessiva e l’andamento stagionale, dopo le preoccupanti piogge di fine luglio, ha imboccato un decorso decisamente favorevole. Certo siamo di fronte ad un’annata molto in ritardo" scrive Assoenologi.

Anche qui, a pesare sono stati soprattutto gli eventi meteorologici più estremi, come le grandinate che hanno colpito praticamente tutte le vallate trentine: Assoenologi stima manchino all’appello circa 500 ettari di superficie vitata, il 5% del vigneto trentino. Complessivamente la produzione è in calo rispetto allo scorso anno per via del minore peso medio dei grappoli. Da un lato la gelata tardiva dell’8 aprile, pur non causando un danno diretto per via del provvidenziale ritardato germogliamento, ha comunque limitato la fertilità e la dimensione dei grappoli. Successivamente la fioritura molto in ritardo nella prima decade di giugno si è risolta rapidamente (3-4 giorni) in un contesto di elevate temperature e stress idrico che hanno contribuito a ridurre l’allegagione. Le varietà più interessate dal calo produttivo sono Chardonnay, Merlot e Pinot grigio.

Tutti i dati

Nella classifica per regioni, il Veneto si conferma capofila con quasi 11 milioni di ettolitri, seguito da Puglia (8,5), Emilia Romagna (6,7) e Sicilia (3,9), per una produzione complessiva delle quattro regioni di circa 26 milioni di ettolitri, pari al 60% di tutto il vino italiano. Osservando i trend, spicca la contrazione della Toscana, vessata dalle gelate di aprile che hanno determinato una perdita del 25% del raccolto regionale, senza risparmiare il resto del Centro Italia (Umbria -18%, Marche -13% e Lazio -10%). Al Nord è la Lombardia a registrare il decremento più importante (-20%), mentre sul versante Est si segnala il -15% dell’Emilia Romagna, con il resto delle regioni che oscillano tra il -10% e -7%. E se l’Abruzzo segna il primato in negativo al Sud (-18%) seguito da Molise (-15%), Sardegna (-15%) e Basilicata (-10%), si distinguono con incrementi produttivi Sicilia, Calabria e Campania, mentre la Puglia contiene le perdite a -5%.

produzione vino 2021-2

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