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Opere / Rovereto

Valdastico, perché Coppola e Zanella sono contrari all'opera

Dai costi dell'opera all'impatto sul territorio che la sua realizzazione potrebbe avere

È stata approvata il 28 ottobre scorso, dalla Giunta provinciale, la variante al Pup (Piano urbanistico provinciale), per "l’ambito di connessione Corridoio Est", in corrispondenza con il quadrante sud orientale del Trentino. Una variante che, come spiega la consigliera Lucia Coppola: "Apre di fatto alla possibilità di uscita a Rovereto sud per il completamento della Valdastico, rimpallando la decisione finale al Ministero delle Infrastrutture e alla concessionaria A4 Holding per la quale questo atto formale della Giunta sarebbe propedeutico al riavvio della progettazione".

Dopo questa deliberazione è arrivata la presa di posizione dei sindaci veneti: "favorevoli al progetto - sottolinea Coppola -, ma contrari all'uscita a sud di Rovereto tra Marco e Serravalle di Ala. In una nota congiunta parlano di assoluta opposizione in quanto vorrebbero uno sbocco più a nord, così da connettere la Valdastico alla Valsugana e alla Pedemontana veneta. La Giunta temporeggia sul si, sul no, sul come, si dice aperta a qualsiasi ipotesi infrastrutturale, pronta a confrontarsi con i territori. Il Presidente rifugge i 'no ideologici' spiegando che il no deve essere basato sulle tematiche ambientali e geologiche che verranno valutate strada facendo".

Ma sulla Valdastico si discute da molto, molto tempo. "Il no ideologico a cui allude il presidente sarebbe quello emerso dai consigli comunali che rappresentano 315.000 cittadini del territorio provinciale, dai tantissimi cittadini che hanno detto no al referendum informale sulla Valdastico (1.584 residenti di Terragnolo, Trambileno e Vallarsa su 2.899 aventi diritto hanno votato per il no) - afferma la consigliera -. Impatto ambientale e idrogeologico? Pensiamo a ciò che comporterà la costruzione di gallerie, viadotti, al fatto che l’ autostrada consumerebbe molto terreno in un’area montana ristretta in cui il continuo consumo del suolo arreca danni rilevanti anche al paesaggio. Il reale pericolo di intercettazione delle falde acquifere sotto il Pasubio, fondamentali per l’approvvigionamento idrico: a rischio sarebbero la sorgente Spinto e la sorgente Molino. Per non parlare delle cavità carsiche all’interno delle rocce che in caso di perforazione non sarebbero particolarmente sicure. Non sottovalutiamo la distruzione dei corridoi faunistici che aumenterebbero i rischi per i veicoli di investire animali per strada". 

La contrarietà di Coppola trova elementi di rinforzo anche nei costi per l'opera. "3.345 miliardi di euro - ricorda -. Un altissimo prezzo da pagare per risparmiare 20 minuti di strada per poi intasare come in un imbuto l’Autobrennero. Tutto questo mentre si continua a parlare di transizione ecologica e tutela dell’ambiente. Entro il 2050 secondo gli accordi sottoscritti dall’Italia con l’Ue si dovrebbero dimezzare le emissioni inquinanti derivanti in gran parte dal trasporto privato. La Valdastico è una soluzione? Direi proprio di no".

Non solo Coppola, anche il consigliere Paolo Zanella continua a contrastare le scelte della Giunta legate all'opera. "Le argomentazioni contrarie alla Valdastico nord, in tutte le sue varianti, le abbiamo snocciolate tutte in Consiglio provinciale nel passaggio della delibera preliminare di variante al Pup riguardo al corridoio est - ricorda Zanella -. Inutile ribadirle nuovamente una ad una. In sintesi però, quello che ci sentiamo di sottolineare nuovamente, è che un'opera giudicata insostenibile già quasi 60 anni fa, quando di sostenibilità non parlava nessuno, è da ritenersi ambientalmente ed economicamente insostenibile tanto più oggi che il tema della sostenibilità, legato ai cambiamenti climatici e ad una maggiore consapevolezza della finitezza delle risorse, è al centro di tutte le decisioni. Per questo, quando la variante definitiva al Pup arriverà in Aula, utilizzeremo tutti gli strumenti regolamentari previsti per impedirne l'approvazione".

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