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L'Università di Trento verso l'attivazione di uno sportello per l'identità di genere

La prorettrice Venuti: "Formalizzeremo la proposta entro l'anno promuovendo una formazione specifica per gli operatori"

L'Università di Trento rinnova il suo impegno per l'attivazione entro l'anno di uno sportello per l'orientamento sessuale e l'identità di genere. Lo conferma la prorettrice alla Didattica Paola Venuti, che ha parlato venerdì a Rovereto in occasione del convegno "Alla ricerca di Sé. Dentro la rete: connessi, disconnessi, ritrovati", promosso dal Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive.

Impennata di richieste di aiuto dopo il lockdown

Oggetto del confronto l’esperienza di supporto online utilizzato sempre più spesso dall’inizio della pandemia, e le problematiche psicologiche che, sempre più frequenti, emergono tra la popolazione studentesca, in particolare quelle legate al processo di costruzione dell’identità nelle sue diverse sfaccettature. Il convegno ha fatto emergere la profonda esigenza di fermarsi a riflettere sui cambiamenti che la relazione online porta con sé, sui vissuti emotivi e sulle sfide che i giovani universitari di oggi si trovano ad affrontare quotidianamente.

Su questo, Carolina Coco, collaboratrice di ricerca dello staff del Servizio di Consulenza psicologica UniTrento, si è soffermata nel suo intervento di apertura dei lavori su alcune delle problematiche psicologiche riportate dagli studenti in questo ultimo anno: "Si è evidenziata un’impennata della richiesta di aiuto dopo i mesi del lockdown e in generale le motivazioni che spingono a rivolgersi al servizio sono legate a disturbi d’ansia ma anche alle problematiche legate all’area del Sé, con un significativo aumento nello scorso anno. Nel 2020 c’è stato un forte aumento di richieste legate alla presenza di stati ansiosi e di disagio generale".

E sull’efficacia della relazione online con studenti e studentesse commenta: "È stata un’esperienza nuova che ha modificato in molti aspetti la relazione abituale. A livello qualitativo questa esperienza è stata caratterizzata dalla sensazione di una maggior distanza relazionale e di artificiosità, soprattutto se comparata alla ricchezza della comunicazione permessa dalla relazione in presenza. Nonostante questo - aggiunge - i colloqui online hanno permesso di mantenere il contatto e di essere sempre accanto agli studenti, nelle residenze universitarie, a casa, in Italia e all’estero".

L'impegno dell'Ateneo per uno sportello ad hoc

Ma non si ferma l’impegno dell’Ateneo per attivare strumenti nuovi e sempre più efficaci a sostegno delle persone, nell’ambito del Servizio di Consulenza psicologica. "L’esperienze che abbiamo ascoltato dagli altri atenei e, in particolare, quella dell’Università di Roma “La Sapienza” – ha commentato la prorettrice alla Didattica Paola Venuti – ci hanno convinto sulla necessità di potenziare il servizio e raffinare la capacità di intervento. L’Ateneo trentino si impegna per la realizzazione di uno sportello ad hoc per la tutela degli orientamenti sessuali e dell’identità di genere. Valuteremo le forme organizzative e promuoveremo una formazione specifica di operatori e operatrici, con l’obiettivo di formalizzare la proposta di attivazione entro l’anno".

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