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Il procuratore Raimondi e il dono "simbolo" di reintegrazione dei detenuti

Curare la riabilitazione delle persone detenute è un bene per tutta la collettività. Ed è stato dedicato anche a questo questo aspetto una parte del messaggio natalizio del procuratore Raimondi, che ha sottolineato quanto sia importante la collaborazione tra l’amminsitrazione penitenziaria e le procure

Un dolce dono di Natale come simbolo di reinserimento nella società delle persone detenute, è il panettone della pasticceria “Giotto”, prodotto dai detenuti ristretti nell’Istituto penitenziario di Padova e che il procuratore dottor Sandro Raimondi, nella mattinata di martedì 21 dicembre, ha consegnato al personale della procura della Repubblica di Trento.

Il panettone prodotto dai detenuti di Padova-2

Il messaggio del procuratore Raimondi

Curare la riabilitazione delle persone detenute è un bene per tutta la collettività. Ed è stato dedicato anche a questo aspetto una parte del messaggio natalizio del procuratore Raimondi, che ha sottolineato quanto sia importante la collaborazione tra l’amminsitrazione penitenziaria e le procure.

“I pubblici ministeri non sanno molto di quello che succede all’interno delle case di prevenzione, sono incentrati sulle indagini preliminari, sulle custodie cautelari, ma una volta che la fase diventa esecutiva, un po’ si perde il contatto con l’amministrazione penitenziaria, passa tutto alla magistratura di sorveglianza, ovviamente - ha affermato il procuratore Raimondi -. Io direi, invece, che conviene continuare questo rapporto, perché la rieducazione è importante, ma la custodia cautelare è un momento dove, ho potuto constatare personalmente, l’attività della polizia penitenziaria è fondamentale e preziosissima per continuare le indagini. Gli investigatori (ndr) hanno una grande capacità di osservare e di collegare le persone che rimangono fuori, che sono associate ai medesimi detenuti e che forse sono, in certi casi, più pericolose di quelle che vengono arrestate”.

L'incontro in procura a Trento di martedì 21 dicembre-2

Sono molte le indagini che la procura di Trento, così come quelle di altre città, sta curando, anche in settori molto complicati, come quello del terrorismo internazionale. Il procuratore Raimondi, come già ha avuto modo di dimostrare in passato, punta a incrementare le conoscenze degli “addetti ai lavori”, ad aprire canali di comunicazione e di lavoro, per condividere il sapere e agire in maniera sempre più efficace contro il crimine. Ed è proprio sulla formazione che si è soffermato Raimondi, condividendo con il dirigente del Dipartimento di polizia penitenziaria, Bernando Dino Petralìa, presente in videoconferenza, il desiderio di creare questo collegamento e la diffusione delle conoscenze tra procure e la sua amministrazione.

L’importanza di curare il reinserimento nella società

Quella della pasticceria Giotto è una delle iniziative che negli anni hanno trovato spazio nei penitenziari. A Bollate, per esempio, è stato aperto “InGalera”, un ristorante stellato in un istituto di detenzione. “Il reinserimento avviene con tante iniziative culturali e di lavoro - ha affermato ancora il procuratore Raimondi – e noi siamo felici di portare la nostra vicinanza sia ai detenuti che noi priviamo della loro libertà, sia al personale della polizia penitenziaria che sacrifica ore e famiglia per uno sforzo comune che è quello di tutelare la comunità”.

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