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La tradizione

Alla Tonca l'orso "espiatorio" salva tutti dalle loro colpe

La decisione presa sulle sponde dell'Adige durante le Feste Vigiliane

Il tribunale di penitenza della Tonca ha emesso il suo verdetto: se nel cattolicesimo c’è “l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”, in Trentino c’è l’orso. Era prevedibile, ma non scontato. L’orso, ormai il totem e tabù della cronaca locale e non solo, che il fondatore del celebre tribunale delle Feste Vigilia Andrea Castelli ha individuato come responsabile e causa di tutti i mali dei trentini. Individuazione ironica e, per certi versi malinconica (per i non trentini, ovviamente nessun orso è stato maltrattato né coinvolto nella kermesse, ndr), che ha colto il favore del nutrito pubblico presente.

Un orso espiatorio, un simbolo che si accolla le colpe e gli errori di chi vive e governa questo territorio. Eh sì, perché il tribunale andato in scena sulle rive dell’Adige di “imputati” ne aveva ben altri. Talmente tanti che, per usare le parole di vostro onore Castelli ci sarebbe voluta una tonca al giorno. Tanti i temi emersi nella requisitorio, come la sanità, il turismo, passando per le chiusure dei negozi, fino ad arrivare alle dita puntate contro partiti trentini, sindacati e istituzioni locali.

Poi l’affondo finale, la sentenza: “Ora l'orso espiatorio vi è stato servito su un piatto d'argento. Lui che si accolla tutte le colpe di chi sappiamo e di noi trentini, che siamo tutti assassini. E una toncata anche a quella Brambilla che è venuta a trovare l'orsa al Casteller, per vedere come stava. Ma alla famiglia di Andrea Papi neanche una parola”. Applausi, sipario. Alla prossima Tonca.

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