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Il Green Pass non basta più: l'Italia si blinda

Super Green pass anche nelle regioni in zona bianca fino a primavera

L'emergenza sanitaria congelata fino a fine marzo e la nuova stretta del Cdm sulle direttive anti-contagio è ormai al centro di molte discussioni. Come si apprende da fonti di governo, il cambio di passo è voluto dai ministri della Salute e degli Esteri, Roberto Speranza e Luigi Di Maio. Inoltre Super Green pass confermato in zona bianca fino a 31 marzo. Rallenta di molto la fase di transizione verso la normalità, a complicare i piani ci sarebbe la variante Omicron.

Non basta più il Green Pass: novità su tamponi e quarantene

L'ordinanza ministeriale fresca di stampa cambia le regole, non per tutti i cittadini, ma solo per i viaggiatori che nei 14 giorni precedenti "hanno soggiornato o transitato" in altri Paesi europei. La sua entrata in vigore è immediata e riguarda i tanti italiani che studiano o lavorano all'estero e torneranno in patria per le feste di Natale. Se finora per entrare in Italia bastava il Green Pass, generato dopo il tampone, la vaccinazione o la malattia, da domani al 31 gennaio anche chi ha il certificato verde da vaccino o malattia dovrà comunque fare il tampone prima di partire.

Nella nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute è previsto "obbligo del test negativo in partenza per tutti gli arrivi dai Paesi dell'Unione Europea". "Per i non vaccinati, oltre al test negativo, è prevista la quarantena di 5 giorni", si precisa. L'ordinanza è valida a partire dal 16 dicembre e fino al 31 gennaio.

Relativamente ai test, l'ordinanza prevede la "presentazione al momento dell'imbarco della certificazione di essersi sottoposto, nelle 48 ore antecedenti all'ingresso nel territorio nazionale, a un test molecolare effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo, ovvero a un test antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo, nelle 24 ore antecedenti all'ingresso nel territorio nazionale". Inoltre "sono prorogate le misure già previste per gli arrivi dai Paesi extraeuropei" stabilisce l'ordinanza. Senza vaccina, dunque, sarà necessario effettuare un test e vige l'obbligo di quarantena per 5 giorni all’arrivo. Una eccezione riguarda i bambini sotto i 12 anni i cui genitori sono vaccinati, che non dovranno fare l’isolamento anche se non hanno ricevuto somministrazioni.

Il divieto, già previsto, "totale" di ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Malawi, Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia ed Eswatini, è prorogato fino alla data di cessazione dello stato di emergenza e comunque non oltre il 31 gennaio 2022. 

L'Ue è naturalmente perplessa. La vicepresidente della Commissione Europea Vera Jourova, a Bruxelles dopo il Consiglio Affari Generali, ha risposto che il Green Pass "non è morto, è uno dei progetti Ue più di successo. Quando la Commissione ha proposto il regolamento volevamo mantenere il principio di libertà di viaggio, a patto che" i viaggiatori "fossero vaccinati, con un test negativo o guariti dal Covid-19. Gli Stati hanno voluto mantenere una porta aperta, per introdurre ulteriori restrizioni, che devono essere giustificate".

Perché si è arrivati a questa stretta

A convincere il governo a blindare le frontiere, chiedendo che anche i vaccinati con il Green Pass in tasca facciano i tamponi per entrare in Italia, sarebbe stato un report. Si tratta,  riporta Repubblica, di una “flash-survey" eseguita dall’Istituto superiore di sanità per capire quanto velocemente stia procedendo la diffusione della variante Omicron nel Paese. Il campionamento, effettuato in tutte le venti Regioni italiane durante 24 ore, sarà pubblicata a metà dicembre. La circolazione del nuovo virus al momento sarebbe poco sotto l’1%. I casi, però, sarebbero cresciuti in pochi giorni in modo esponenziale: "Fino all’altro ieri, infatti, ne erano stati censiti una trentina in totale, adesso oltre cento in un giorno. Per questo, non c’è tempo da perdere. E per questa ragione, il governo andrà dritto con le nuove regole decise dal ministero della Salute. Facendo però attenzione a non entrare mai in polemica con la Commissione".

L'esecutivo vuole prendere tempo e capitalizzare al massimo il vantaggio rispetto ad altri paesi europei dove Omicron corre di più. La variante diventerà dominante ma rallentare la curva con test alle frontiere può essere decisivo.

Super Green pass in zona bianca fino a 31 marzo

Prorogato fino al 31 marzo anche il Super Green pass in zona bianca. Lo prevede una norma del decreto approvato il 14 dicembre in Consiglio dei ministri. Ad oggi il Green pass rafforzato è in vigore fino al 15 gennaio ma il decreto stabilisce che nelle zone bianche fino al 31 marzo 2022 dovrà essere usato per le attività che sono oggetto di limitazioni in zona gialla. Questo vuol dire che resteranno precluse ai non vaccinati attività come i ristoranti al chiuso, i cinema, le discoteche, gli stadi. I territori che corrono verso la zona gialla sono diversi e dal 20 dicembre potrebbero iniziare la scalata dei colori altri territori: Veneto, Marche, Liguria, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna si avvicinano alle soglie di occupazione nei reparti che fanno scattare le prime restrizioni. Decisivi i dati di metà dicembre.

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Restano quindi  in vigore le norme relative all’impiego del Green pass e del Green pass rafforzato e ai test antigenici gratuiti e a prezzi calmierati. Così come, con una norma voluta dalla ministra per la Famiglia Elena Binetti, rimane la possibilità per i genitori con figli in quarantena di avere congedi al 50% e per i lavoratori fragili di fare lo smart working.

Le Regioni sono tornate a chiedere al governo di reintrodurre l’obbligo di mascherine all’aperto, anche quando non c’è il rischio di assembramenti. Si deciderà entro il 20 dicembre. La richiesta era giunta da Maria Stella Gelmini, a nome delle Regioni. Per Draghi su questo puntspecifico la soluzione migliore passa da una decisione singola dei sindaci e dei governatori, sul modello di quanto già stabilito in città importanti come Roma e Milano.

Infine, nel nuovo decreto legge viene disposta anche la creazione di un hub di stoccaggio dei vaccini presso una struttura militare. Oggi c’è una struttura provvisoria messa a disposizione dall’Aeronautica. Sei i milioni di euro stanziati per creare l’infrastruttura che potrà a servire in futuro a "garantire una capacità per eventuali emergenze sanitarie"..

Fonte: Today

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