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La reazione

Dal presidente della Camera ai sindacati: tutti con i Fugatti

Solidarietà bipartisan dopo il blitz nell'azienda agricola dei cugini del presidente della Provincia e il taglio di 80 viti

Continuano le indagini per risalire agli autori dell’atto vandalico di cui sono stati vittima i cugini di Maurizio Fugatti, titolari di un’azienda di Brentino Belluno nel veronese a cui sono state recise ben ottanta viti, con un focus sugli ambienti avversi al presidente della Provincia per la gestione dei grandi carnivori in Trentino: infatti, tra i filari è stato ritrovato uno striscione con la scritta “Ringrazia chi uccide gli orsi”.

Dal mondo della politica sono state tantissime le manifestazioni di solidarietà nei confronti della famiglia Fugatti, a partire dal presidente della Camera Lorenzo Fontana che ha dichiarato: “Rivolgo la mia sentita solidarietà al presidente Maurizio Fugatti e ai suoi familiari. Esprimo ferma condanna per quanto avvenuto ai loro danni. Auspico che i responsabili siano presto individuati e che queste gravi iniziative vengano adeguatamente sanzionate”.

Dello stesso avviso anche il governatore del Veneto Luca Zaia: “Voglio esprimere la mia solidarietà e quella del Veneto al presidente della Provincia di Trento e ai suoi famigliari per l’atto intimidatorio subito in un vigneto in territorio veneto, a Brentino Belluno in provincia di Verona. La differenza di idee si può manifestare senza arrivare ad atti che non possono essere definiti dimostrativi perché danneggiano ambiente, piante e produzioni e offendono persone. Rinnovo la mia vicinanza al collega Fugatti e alla sua famiglia con l’augurio che azioni simili non abbiano più a ripetersi”.

Solidarietà anche dalle sigle sindacali trentine, con Cgil, Cisl e Uil che hanno dichiarato: “Condanniamo con fermezza gli atti vandalici di cui sono rimasti vittime i familiari del presidente Fugatti ed esprimiamo loro la solidarietà delle nostre organizzazioni di fronte a queste inaccettabili intimidazioni. Non ci sono giustificazioni per atti di questo tipo perché, in democrazia, esistono strumenti, luoghi e momenti per esprimere il proprio dissenso in libertà e chi, invece di percorrere la strada della piena legittimazione, usa forme criminali per sostenere le proprie tesi, non solo delegittima la causa che persegue, ma mina anche la convivenza civile di una comunità che rigetta sempre la violenza e le minacce”.

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