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Poco personale, l'allarme delle scuole dell'infanzia

Incontro tra l'assessore Bisesti e i sindacati di categoria: "Servono risposte urgenti"

Carenza di personale, copertura del sostegno e numero di bambini per classe: sono questi i temi che i sindacati della scuola hanno portato all'incontro con l'assessore provinciale all'istruzione Mirko Bisesti nella mattinata di martedì 19 ottobre. Un confronto interlocutorio, che "non ha portato a nessuna risposta concreta" sostengono Flc Cgil, Cisl scuola e Satos, che non nascondono la preoccupazione.

Un nuovo tavolo è previsto per il 4 novembre, sempre con l'assessore e i vertici del dipartimento istruzione. Le rivendicazioni delle sigle riguardano soprattutto la difficoltà di reperire personale con le graduatorie ormai esaurite e il ricorso sempre più marcato a personale senza titoli specifici per coprire le carenze, il problema grave della copertura del sostegno che lascia oggi molti bambini e bambine senza il necessario supporto, la questione del numero di alunni per sezione che i sindacati chiedono da tempo di ridurre per migliorare la qualità dell’offerta didattica, le risorse economiche sia per il personale e il rinnovo contrattuale sia per la struttura organizzativa.

"I problemi sono noti da anni e se possibile sono peggiorati anche perché non c’è stata fino a questo punto nessuna volontà di affrontare la questione per costruire soluzioni" hanno lamentato Bianca Francesconi di Flc Cgil, Stefani Galli di Cisl scuola e Ennio Montefusco di Satos.

Su due punti le tre sigle sindacali sono state nette: negli ultimi anni la scuola dell’infanzia ha perso attrattività e le persone che ottengono il titolo universitario preferiscono puntare sull’insegnamento nella scuola primaria, meglio retribuito, con contratti a tempo determinato retribuiti su 12 mesi. "Al contrario - attaccano i sindacati - nell’Infanzia c’è il problema di incarichi a tempo ridotto, l’impossibilità di sottoscrivere completamenti di ore tra scuole diverse, una distribuzione dei circoli didattici poco funzionale rispetto all’ampiezza dei territori di riferimento. Tutti temi su cui la Provincia potrebbe intervenire per favorire il reclutamento di personale formato. E invece non lo fa".

Accanto a questo c’è il problema di una carenza di domanda di lavoro. "Servirebbe un corso di laurea in Trentino che formi personale per le scuole dell’infanzia. E serve particolare attenzione al sostegno. Manca personale con adeguati titoli e i bambini più fragili pagano un prezzo iniquo".

Centrale secondo i sindacati, diventa dunque la riforma della legge 13/77, quella che ha istituito la scuola dell'infanzia in provincia: anche alla luce della sperimentazione del prolungamento estivo, Flc, Cisl scuola e Satos hanno ammesso di essere consapevoli del fatto che i bisogni delle famiglie siano cambiati, che ci sia maggiore esigenza di servizi conciliativi. "Siamo pronti a discuterne, ma ogni riflessione nella fascia 0-6 non potrà che partire dai bisogni dei bambini e delle bambini e dalla valorizzazione delle professionalità oggi presenti nelle scuole dell’infanzia, da una chiara identificazione e specificità della scuola dell'infanzia" concludono Francesconi, Galli e Montefusco.

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