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Dopo 7 anni le sale da gioco verranno allontanate dai luoghi sensibili

Bocciata la proroga chiesta dal settore e sostenuta da FdI: entra in vigore anche per le sale la legge provinciale del 2015

Alla fine la proroga non c'è stata: il 12 agosto entrerà in vigore nella sua interezza la legge provinciale numero 13 del 2015 sul gioco d'azzardo. Anche le sale da gioco (per i bar la norma era già entrata in vigore nel 2020) dovranno rispettare la distanza di almeno 300 metri dai luoghi sensibili: scuole di ogni ordine e grado, asili nido, centri anziani, luoghi di culto, oratori.

La decisione è arrivata nell’ambito della discussione in corso in questi giorni in Consiglio provinciale sull’assestamento di bilancio. In particolare, un ordine del giorno proposto dal partito autonomista trentino tirolese (Patt) chiedeva di non rinviare la scadenza del 12 agosto. Richiesta accolta con l'appoggio della maggioranza leghista che ha sottolineato come sia "giusto prestare attenzione al problema dei lavoratori ma conta ancor più difendere la salute delle persone". 

In particolare, hanno votato a favore (ovvero contro la proroga) 24 consiglieri. Quattro si sono dichiarati contrari (i tre consiglieri di Fratelli d'Italia e uno del Partito democratico), uno si è astentuto.

"I gestori delle sale che si occupano di gioco d’azzardo e macchinette hanno avuto sette anni di tempo per cambiare, convertirsi, adeguarsi alla normativa e organizzarsi di conseguenza", avevano ribadito con forza nei giorni scorsi in un comunicato congiunto le principali associazioni trentine: il forum delle associazioni familiari, Acli, Anfass, Ama, associazione nazionale famiglie numerose, Conagga, Cnca, cooperativa Progetto 92, consultorio familiare Ucipem, famiglie per l’accoglienza, famiglie nuove e umanità nuova, movimento dei focolari, gruppo Albora.

La protesta dei lavoratori e di FdI: "Così si perdono posti di lavoro"

Nei giorni scorsi erano arrivate pressioni da più parti per ottenere un'ulteriore proroga. Innanzitutto, c'è stato l'appello dell'associazione nazionale gestori gioco di Stato Sapar che ha invocato non solo la proroga del termine per le sale gioco, ma anche "il congelamento degli effetti e quindi la reinstallazione degli apparecchi per tutti gli esercizi generalisti che sono stati costretti a rimuoverli".

A sostegno della propria richiesta, il presidente della delegazione trentina di Sapar Giancarlo Alberini ha denunciato "la chiusura di oltre 30 attività di sale giochi per effetto della scadenza del periodo transitorio con perdita di circa 150 posti di lavoro".

Alle redazioni dei giornali sono poi arrivate svariate email con allegata una "lettera aperta ai consiglieri provinciali trentini" firmata "i lavoratori del gioco legale". "A sette anni dall’entrata in vigore della legge del 2015 non si è ancora riusciti a trovare una soluzione che garantisca la nostra posizione e il nostro impegno - scrivevano -. Ci è incomprensibile perché il nostro lavoro, un lavoro lecito, che rappresenta per altro un presidio sociale di legalità importante, non sia tutelato come gli altri, ma sia al contrario contrastato attraverso normative che rendono impossibile alle nostre aziende di rimanere aperte sul territorio".

Infine la posizione dei consiglieri di Fratelli d'Italia (FdI). “In un dibattito sostanzialmente inesistente e avvelenato dalla demagogia, l’aula ha deciso per la chiusura di numerose sale gioco in Trentino, sulla pelle di decine e decine di lavoratori che hanno sempre operato nel pieno della legalità e che fra qualche giorno dovranno cercarsi un nuovo lavoro in un contesto drammatico di iperinflazione galoppante - accusano oggi Claudio Cia, Alessia Ambrosi e Katia Rossato -. Così facendo si favorirà solo il gioco online e la ghettizzazione dei giocatori fuori dai centri abitati, dove i problemi sociali sono molto più gravi e la possibilità di cadere nell’abisso della ludopatia molto superiore”.

“La legge del 2015 era stata approvata dalla Giunta provinciale all’unanimità proprio perché tutte le parti politiche, compresa l’attuale maggioranza, vedevano la necessità di porre delle limitazioni rispetto al proliferare del gioco d’azzardo in modo incontrollato - è la replica delle associazioni trentine -. La legge si propone di tutelare prioritariamente la salute e il benessere dei cittadini dal momento che la dipendenza da gioco è una piaga sociale considerata in tutto e per tutto una malattia che genera disgregazione sociale e costi per la sanità pubblica molto alti. Non a caso la norma del 2015 è riconosciuta a livello nazionale come modello di buona legislazione da prendere come esempio”.

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