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La questione

Riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm, perché i magistrati protestano

Disappunto e sconcerto anche dall'Anm del Trentino Alto Adige

Inascoltate le proteste dai magistrati sulla riforma dell’ordinamento giudiziario, che a fine aprile è stata approvata in prima lettura alla Camera dei deputati ed è passata all’esame del Senato. Disappunto e sconcerto per l’esito arriva anche dai magistrati del distretto del Trentino-Alto Adige.

Cos'è la riforma del Csm e perché fa discutere così tanto

“Il testo della riforma - afferma il dottor Giuseppe Spadaro, presidente della Giunta Anm Trentino-Alto Adige - è stato licenziato in assenza di qualsiasi iniziativa di dialogo o confronto con l’organo di autogoverno (Csm) e con l’associazione nazionale magistrati, che pure ha espresso più volte le proprie preoccupazioni e ha proposto interventi legislativi migliorativi in materia di ordinamento giudiziario e di giustizia nel suo complesso”.

Secondo la sezione del Trentino Alto Adige di Anm, sarebbero molti i punti critici nel disegno di legge, ma è uno in particolare quello che preoccupa: “Il forte rischio di prefigurare, attraverso i nuovi meccanismi di valutazione della carriera e mediante l’impianto di gerarchizzazione negli uffici giudicanti, un magistrato non più pienamente indipendente, come previsto dalla nostra Costituzione, ma asservito a logiche per nulla funzionali agli interessi di giustizia dei cittadini, persino intimidito dalla presenza della componente dell’avvocatura nelle espressioni di voto per le valutazioni di professionalità”.

Per la sezione dell’Amn regionale, questa riforma diventa un’occasione persa “Per ripensare ai concetti di etica ed indipendenza dei magistrati, sopire il carrierismo all’interno degli uffici giudiziari e assicurare una maggiore prevedibilità delle decisioni del Csm sulle nomine per i posti direttivi e semidirettivi, risulta nei fatti una sorta di ‘regolamento di conti’ che priva il magistrato della serenità di giudizio, riducendo la sua autonomia,  per la garanzia giurisdizionale a tutela dei diritti dei cittadini”.

Quello della riforma è stato avvertito più come un attacco, una violazione dei principi dai magistrati e per questo motivo sono state annunciate azioni per informare le persone di quanto sta avvenendo. “Non possiamo quindi - conclude il presidente - rimanere indifferenti al rischio di violazione dei principi costituzionali e intendiamo promuovere ogni iniziativa necessaria a sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della riforma, che si profila come un vero e proprio attacco alla giurisdizione ed avrà negative conseguenze, non tanto in danno degli stessi magistrati, quanto piuttosto dei cittadini e del servizio giustizia nel suo complesso”.

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