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Cronaca

Marini (M5S): "La Provincia danneggia le associazioni di pesca locali"

L'interrogazione presentata dal consigliere: "La Provincia autonoma, dove si sbandiera ogni tre per due l’autonomia speciale, ha sbattuto la porta in faccia alle associazioni"

Il ministero per la Transizione ecologica (MiTe) ha inviato a tutte le Regioni e Province autonome un elenco di specie di pesci d’acqua dolce considerati non tipici del territorio e quindi non introducibili nell'ambiente locale. Un elenco che, per molti, utilizza criteri discutibili che escludono specie come la trota fario, che in Italia esiste almeno dalla metà del 1500, perché l'Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) ritiene autoctone solo le specie presenti da più tempo. E che ha causato sconcerto e reazioni nelle associazioni di pescatori di tutta la penisola, Trentino incluso.

In risposta, lo Stato ha costituito una commissione, inclusiva dei rappresentanti delle associazioni di pesca, che dovrà rivalutare i criteri. In attesa che ciò avvenga, molte Regioni (quasi tutte nell’arco alpino) hanno ritenuto utile non applicare la circolare ministeriale.

Non così in Trentino, dove si è deciso di procedere con uno studio valutativo proprio, "la cui esecuzione - sostiene il consigliere provinciale del Movimento cinquestelle (M5s) Alex Marini - ha di fatto bloccato l’attività delle associazioni, sicuramente fino alla conclusione dello studio, ma soprattutto con la prospettiva che Ispra dia un parere negativo, e quindi bloccando per sempre la situazione". 

"Inoltre - prosegue Marini - come da deprecabile consuetudine nostrana, benché previsto dall’attuale legge sulla pesca e nonostante le rassicurazioni da parte dell’assessorato e del dirigente dell’ufficio faunistico, le associazioni dei pescatori locali non sono state coinvolte nelle decisioni che gravano sulle loro teste".

Un modus operandi che per il consigliere rischia di creare seri danni, anche economici, ai volontari che operano sul territorio. E che l'ha spinto per questo a presentare lunedì 14 febbraio un'interrogazione che sollecita la Provincia a procedere a una revisione dell’elenco delle specie ittiche autoctone. "È paradossale - conclude Marini - osservare come lo Stato si stia dimostrando disponibile al confronto con il mondo dell’associazionismo mentre la Provincia autonoma di Trento, dove si sbandiera ogni tre per due l’autonomia speciale, a quelle stesse associazioni stia invece sbattendo la porta in faccia".

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