Perché toccare i cuccioli di cervo e capriolo non è mai una buona idea
Il Servizio faunistico della Provincia autonoma spiega come, nella tarda primavera, può capitare di imbattersi in questi animali
Non avvicinarsi, né accarezzare i piccoli di cervo e capriolo nascosti nella vegetazione. Sono le indicazioni della Provincia di Trento, che arrivano dopo il caso del capriolo che scorrazzava tra le gallerie Englo e Ardaro a Riva del Garda.
Il Servizio faunistico della Provincia autonoma spiega come, nella tarda primavera, nelle aree verdi può capitare di imbattersi in questi animali di pochi giorni o settimane apparentemente soli. In realtà, le madri si allontanano solo per andare alla ricerca di cibo e va dunque evitato di raccoglierli.
Dunque se ci si dovesse imbattere in cuccioli di questi animali, anche se dovessero farci tenerezza e volessimo fare qualcosa con le migliori intenzioni, va evitata qualsiasi iniziativa personale perchè le madri sono sempre nei paraggi. È proprio nella loro attesa che i piccoli si acquattano immobili tra la vegetazione, dato che il manto maculato e l'assenza di odore li protegge dai predatori.
Se si trova un cucciolo di cervo dunque o capriolo non bisogna accarezzarlo perché l'odore umano allarmerà la madre, che smetterà di allattarlo, i vani vanno tenuti al guinzaglio, mentre bisogna vicinanze, affinché il nascondiglio dell'animale non diventi più visibile. Qualora il piccolo sembrasse ferito, contattare la Stazione forestale, i guardiacaccia di zona o la Centrale unica di emergenza 112. Per lo sfalcio dei campi si consiglia di procedere in senso centrifugo, dal centro verso l'esterno, garantendo così agli animali una via di fuga.