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Osservatorio antimafia, ennesimo rinvio. Marini (M5s): “Lega, Patt e Svp favoriscono la criminalità"

“Non potendo dire apertamente di non volere misure di contrasto alle mafie, procedono di rinvio in rinvio per affossare la legge”. Bocciato anche il ddl per il riutilizzo dei beni confiscati

Dal 2019 il M5s trentino propone di istituire un osservatorio locale sulla criminalità organizzata. Ma nonostante i molteplici tentativi e il processo Perfido attualmente in corso contro la ‘ndrangheta in val di Cembra, ad oggi non se n’è fatto ancora nulla. Eppure l’istituzione di un osservatorio antimafia è raccomandata dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali come misura minima comune a tutte le regioni.

“L’atteggiamento di Lega, Patt e Svp nel contrasto all’infiltrazione delle mafie in Trentino Alto Adige è indecente e inqualificabile - afferma il consigliere provinciale del M5s Alex Marini, promotore del disegno di legge -. Non potendo dire apertamente di non volere misure di contrasto alle mafie, agiscono nell’ombra procedendo vigliaccamente di rinvio in rinvio in modo da affossare la legge”.

L’affondo di Marini arriva dopo l’ennesimo rinvio. Lo scorso 14 febbraio si sarebbe dovuto svolgere l’esame del disegno di legge (ddl), ma l’appuntamento è stato rimandato per poter audire il prossimo 25 marzo il coordinatore delle commissioni regionali e degli osservatori sul contrasto alla criminalità organizzata. Venerdì 18 marzo Lega, Patt e Svp hanno però ottenuto un nuovo rinvio. “In compenso questi soggetti - accusa Marini - organizzano comparsate in Comuni come Lona Lases (dove proprio venerdì si è tenuta una riunione della Giunta provinciale, ndr) passati alle cronache per tristi fatti di ’ndrangheta. Questa gente si riempie la bocca di promesse e impegni, ma nei fatti con la propria ignavia favorisce le mafie, in una maniera così sfacciata da apparire persino sospetta”.

Osservatorio antimafia, si attende dal 2019

Il 1° agosto 2019 il M5s ottiene l’approvazione di un ordine del giorno per l’istituzione di un osservatorio a livello provinciale, ma il 17 dicembre la Giunta Fugatti dà parere negativo e la maggioranza boccia l’emendamento. Nel 2020 la palla passa alla regione: il 2 luglio viene presentato un ddl regionale, ma il Südtiroler Volkspartei (Svp) chiede che la proposta venga ritirata.

Il 28 gennaio 2021 si avvia l’iter di discussione del disegno di legge per l’istituzione di un osservatorio provinciale, ma il 19 ottobre la prima commissione lo boccia senza fornire motivazioni. Eppure il 25 novembre il presidente della Pat Maurizio Fugatti sigla un protocollo d’intesa per prevenire e contrastare i fenomeni criminosi con il procuratore di Trento Sandro Raimondi.

Il 10 dicembre, il presidente del Consiglio regionale in quota Svp Josef Noggler fa sapere che le analisi per valutare l’impatto dell’eventuale creazione di un osservatorio regionale sono ancora in corso. Il 26 gennaio 2022 la maggioranza regionale formata da Lega, Svp e Patt rinvia ancora una volta la discussione del ddl (26/XVI).

Non va meglio con i beni confiscati

Il problema, fa notare Marini, non riguarda solo l’osservatorio antimafia. A febbraio, sempre in sede regionale, il M5s ha depositato un altro ddl, questa volta per valorizzare il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. Ad oggi in Trentino Alto Adige si contano 18 immobili già destinati e 23 immobili ancora in gestione all’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati (Anbsc). Sul territorio sono presenti anche 3 aziende in gestione all’Anbsc e 1 azienda già destinata.

Trattandosi di una proposta riguardante anche gli enti locali, il ddl è stato sottoposto al parere del Consiglio delle autonomie locali. Ma anche i sindaci giovedì 17 marzo hanno fornito parere negativo. “Al sottobosco politico trentino - conclude Marini - piace differenziarsi. Col bel risultato di ignorare e mantenere inalterati quei problemi identici sia per noi che per le altre Regioni italiane. Diversamente speciali ma, in fondo, assolutamente uguali”.

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