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Focolaio San Bartolomeo, Opera Universitaria smentisce la "festa abusiva"

La notizia sulle circostanze in cui pareva fosse avvenuto il contagio, arrivava da fonti autorevoli. Stando a quanto dichiara Opera Universitaria, però, non si sarebbe trattato di una festa "abusiva" ma di un paio di "ritrovi" comunque non autorizzati con più di quattro persone

Opera universitaria torna a fare luce su quanto è avvenuto all'interno dello studentato dove, oltre 200 giovani sono in isolamento a causa di un contagio da coronavirus scoppiato a inizio marzo. Quando è stata divulgata la notizia del focolaio, da fonti autorevoli è stato confermato che il contagio sarebbe avvenuto durante un ritrovo, poi chiamato "festa" non autorizzato. Opera Universitaria ha inviato nel pomeriggio di mercoledì 10 marzo una nota alla stampa dichiarando: 

«In relazione alle numerose notizie circolate sulla stampa rispetto alle presunte feste organizzate negli studentati di San Bartolameo, che avrebbero dato inizio al focolaio individuato lo scorso venerdì 5 marzo, riteniamo opportuno fare alcune precisazione sui fatti riportati. Si tratta, infatti, di ipotesi che hanno avuto un forte impatto nell’opinione pubblica ma che, da quanto abbiamo raccolto, non hanno alcun tipo di conferma, ovvero risultano fortemente ridimensionati. Da un lato, abbiamo acquisito la reportistica prodotta da Consorzio Formazione Cultura Servizi, che è gestore diretto delle strutture in questione, e che si occupa delle attività di reception, guardiania e pulizia. Dall’altro, abbiamo raccolto le segnalazioni degli studenti rispetto alle presunte date nelle quali si sarebbero verificati gli assembramenti citati».

Stando a quanto dichiara Opera Universitaria, quindi, non si sarebbe trattato di una festa "abusiva" ma di un paio di "ritrovi" comunque non autorizzati con più di quattro persone. «Gli elementi in nostro possesso» continua la nota «evidenziano che non vi è un fatto eclatante che ha coinvolto molte persone, ma si sarebbe tratto, secondo la documentazione fornita dal Consorzio Formazione Cultura Servizi, di un paio di episodi di assembramenti non autorizzati con la presenza di più di 4 persone, confermati nella tempistica dagli studenti che hanno collaborato a chiarire i fatti. In tutti i casi segnalati, il personale del Consorzio FCS dichiara di essere intervenuto, sensibilizzando gli studenti al rispetto delle regole anti-covid e invitandoli a rientrare nelle proprie stanze. Sempre dai verbali del Consorzio si rileva che gli studenti hanno risposto in maniera collaborativa, prendendo atto del richiamo ricevuto».

Dubbi, quelli gettati da Opera Universitaria sulle notizie divulgate, che andrebbero a colpire anche il periodo temporale individuato come il momento in cui sarebbe avvenuto il contagio. «Inoltre» scrivono da Opera Universitaria, «la data del 28 febbraio, riportata da diverse testate come quella in cui si sarebbe tenuta la festa “incriminata”, non trova riscontro in alcuna segnalazione degli studenti né del personale FCS. Ovviamente nell’ambito della nostra attività di verifica dei fatti non possiamo attribuire a queste occasioni l’origine del focolaio, non potendo infatti escludere che il contagio sia avvenuto in un momento diverso da queste occasioni avvenute nello Studentato, come dimostrano le numerose segnalazioni sulla città di assembramenti non autorizzati. Segnaliamo, tra l’altro, che anche l’Azienda sanitaria, nel lavoro di tracciamento, ha raccolto perlopiù lo stesso tipo di informazioni».

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