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Siccità

"Salvate il lago d’Idro e il Chiese": l'appello degli ambientalisti bresciani alla Pat

Dal 10 al 30 luglio il lago è stato abbassato fino a 366,7 metri nonostante il no di piazza Dante

Si chiama “Federazione del tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro” ed è un’organizzazione unitaria formata da 26 gruppi che unisce decine di ambientalisti impegnati da anni nella difesa del bacino bresciano, confinante con il Trentino. Martedì 2 agosto i rappresentati della federazione sono stati auditi dalla Terza commissione del Consiglio provinciale di Trento proprio per parlare della situazione del fiume Chiese e del lago d’Idro.

Per far fronte all’emergenza siccità, infatti, il 7 e il 29 luglio l’agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) ha chiesto di abbassare il livello del lago d’Idro sotto la quota minima di 367,2 metri sopra il livello del mare. Richieste per le quali la Provincia autonoma di Trento (Pat) aveva già espresso parere contrario, ignorato dall’Aipo.

Il problema è che esiste una “zona di protezione speciale”, istituita dalla direttiva europea Habitat, che impone che il livello del lago rimanga tra 367,5 e 368,5 metri. Eppure, dal 10 al 30 luglio, il lago è stato abbassato fino a 366,7 metri, per poi risalire a 367,2 il 30 luglio. Come se non bastasse, in questi primi giorni di agosto, l’Aipo è tornata a chiedere di poter attingere acqua dal lago. Il servizio Sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia ha già chiesto spiegazioni, mentre Muse e Fondazione museo civico di Rovereto sono stati incaricati di valutare gli eventuali danni sull’ambiente lacustre in vista di possibili azioni da parte della Pat.

“La Provincia di Trento - sostengono gli ambientalisti della federazione - deve continuare ad agire sulla Regione Lombardia perché si imponga un bilancio idrico e il deflusso ecologico, facendo pressioni per l’ammodernamento dei sistemi di irrigazione di ben 21mila ettari coltivati a mais che vengono trinciati e usati per alimentare i maiali, che ormai sono più numerosi degli umani, e come biomassa”. I prelievi dal lago di Idro, infatti, sono avvenuti principalmente per salvaguardare l’agricoltura intensiva lombarda, messa in ginocchio dalla siccità.

Pieno appoggio agli ambientalisti bresciani è stato espresso dalla consigliere trentina Lucia Coppola (Europa verde) e dall’esponente dei cinquestelle Alex Marini. Ma anche la Lega ha ribadito come la difesa dell’ecosistema e la protezione della fauna ittica anche attraverso l’ammodernamento dei sistemi irrigui siano fondamentali.

“Sono pochi gli amministratori lombardi che hanno mostrato attenzione a questi temi - ha detto il vicepresidente della Giunta nonché assessore all’Ambiente Mario Tonina -. Il Trentino non può supplire alla sete dell’agricoltura della pianura padana. Sete aggravata da una situazione climatica che sta sotto gli occhi di tutti, ma che richiede un deciso cambio di rotta: investimenti, come ha fatto il Trentino, sui sistemi di irrigazioni moderni, la necessità di passare dai canali alla goccia”.

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