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Immissione di specie ittiche non autoctone, la Giunta non si arrende

Nonostante il divieto nazionale, la Provincia prosegue il percorso per mantenere la trota fario in Trentino

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha fornito il proprio parere tecnico sullo studio del rischio elaborato dalla Provincia autonoma di Trento (Pat) per consentire l’immissione della trota fario nelle acque del Trentino per la pesca sportiva.

Il pesce, pur essendo presente da molto tempo in Trentino, non è considerato autoctono e un provvedimento nazionale ne aveva vietata l'immissione nelle aque provinciali per salvaguardare le specie locali. Oltre alla trota fario, nel mirino del decreto governativo erano finite anche la trota iridea, la trota lacustre e il coregone.

Nei mesi scorsi la Giunta provinciale aveva cercato di aggirare la norma nazionale per salvaguardare il mondo della pesca dilettantistica trentina. In particolare, forte della propria autonomia, il Consiglio provinciale, su proposta dell'assessora all'Agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli, aveva modificato la legge sulla pesca, consentendo al nostro territorio (unico in Italia) di procedere autonomamente con con le autorizzazioni, senza la preventiva approvazione del ministero e con il solo parere di Ispra, attraverso lo studio del rischio.

In forza di questa norma speciale, dopo la ricezione del parere di Ispra da parte della Provincia, sono iniziate le procedure successive. Una volta conclusa la verifica di assoggettabilità a valutazione (Vas), l’amministrazione provinciale potrà approvare lo studio del rischio aggiornato, tenendo conto delle indicazioni contenute nel parere Ispra e nel provvedimento dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa).

Dalla Provincia fanno sapere che "si tratta di una tappa fondamentale nell’ambito del complesso percorso amministrativo, per superare il divieto di immissione in natura delle specie ittiche considerate non autoctone dal ministero, ma che da centinaia di anni caratterizzano la coltivazione delle acque trentine".

“L’obiettivo di valorizzare la pesca trentina - afferma Zanotelli - ha richiesto un approccio tecnico complesso rispetto a quelli adottati in altre regioni d’Italia, dove le immissioni sono perlopiù finalizzate alla pronta pesca e in ambiti ristretti. Con determinazione continueremo ad affermare in tutte le sedi la necessità di riconoscere la trota fario come specie ‘parautoctona’, alla luce della secolare presenza di questo importantissimo pesce nelle acque del Trentino”.

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