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Trento, focolaio San Bartolomeo: completati i tamponi, gli studenti rimangono in isolamento anche con esito negativo

Sono stati completati i tamponi ai 221 residenti delle palazzine E ed F dello studentato posti in quarantena, realizzati dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari

È stata completata lunedì 8 marzo, come richiesto dal Opera universitaria nei giorni precedenti, l'attività di screening sui 221 studenti in isolamento nello studentato San Bartolameo, a Trento. «È stato allestito un punto tamponi presso un’area dedicata e in giornata abbiamo completato questo primo test diagnostico a tutti i ragazzi posti attualmente in isolamento fiduciario» afferma la dottoressa Zuccali, Direttrice dell’Unità operativa igiene e sanità pubblica dell’Azienda sanitaria. «Come già spiegato ai ragazzi in occasione del webinar tenutosi sabato scorso, questo primo tampone serve per conoscere quanto diffuso sia attualmente il virus negli ospiti delle palazzine E ed F. Anche nel caso di esito negativo, sarà comunque mantenuto l’isolamento per tutti i 221 residenti, dal momento che il periodo di incubazione della malattia varia tra 2 e 11 giorni e non possiamo escludere che i sintomi si manifestino in una fase successiva al tampone. A seguito della quarantena di 10 giorni, salvo diverse indicazioni per il mutare del quadro epidemiologico, verrà effettuato un secondo tampone a tutti, e solo successivamente, se negativo, si porrà fine alla quarantena».

Un primo momento informativo si è tenuto lo sabato 6 marzo, attraverso un webinar rivolto a tutti i residenti delle strutture di Opera universitaria. L’incontro è stato organizzato da Opera universitaria stessa con la partecipazione dei rappresentati delle istituzioni preposte alla gestione dell’emergenza, e della componente universitaria: il dottor Ferro, direttore del Dipartimento di Prevenzione, la dott.ssa Zuccali, il sindaco Franco Ianeselli, l’Assessore all'istruzione, università e cultura Mirko Bisesti e il rettore dell’università di Trento Paolo Collini. Il confronto è stato moderato dalla presidente di Opera Maria Laura Frigotto.

L’invito è stato esteso via mail a tutti i residenti delle strutture. I partecipanti sono stati circa 250 ed è stata prevista la traduzione simultanea in inglese. Forte anche il richiamo da parte delle istituzioni ad un’assunzione di responsabilità da parte dei ragazzi, il cui comportamento in questa delicata situazione sarà cruciale per evitare la diffusione del virus nella città, con i rischi che ormai sappiamo soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.

Numerose le domande da parte dei ragazzi, in particolar modo rispetto agli aspetti pratici legati alla quarantena. «Non appena informati dall’Azienda sanitaria del focolaio individuato nelle ormai note palazzine E ed F dello studentato San Bartolameo» spiega la presidente Frigotto, «abbiamo subito provveduto ad inviare una mail a tutti i residenti, informandoli della situazione e invitandoli a non uscire dalla propria stanza.  Venerdì (5 marzo ndr) nel tardo pomeriggio i ragazzi delle aree poste in quarantena hanno ricevuto la cena, tenendo conto delle esigenze alimentari di ciascuno. Successivamente ogni nostro sforzo è stato rivolto a raggiungere un’intesa con tutte le parti coinvolte nell’emergenza, in primis l’Azienda sanitaria, per definire le azioni da seguire sulla base dei protocolli sanitari vigenti. Da domani 9 Marzo, la Protezione civile, con il supporto di volontari della Croce rossa, provvederà alla distribuzione dei pasti e a fornire beni di prima necessità e non solo. Siamo consapevoli del sacrificio che chiediamo a questi ragazzi, che si trovano lontani da casa e privi di un sopporto familiare, ma l’isolamento è l’unico mezzo che abbiamo per contenere la diffusione del virus ed uscire, speriamo prima possibile, da questa situazione».

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