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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Decreto Indennizzi, i ristori cambiano nome. Ci saranno altre novità?

Entro le prime settimane di marzo potrebbe arrivare, o almeno si spera. I contributi dovrebbero essere selettivi sulla base delle perdite di fatturato nel 2020 rispetto al 2019 pari ad almeno il 33%. Potrebbero arrivare anche nuove indennità per partite Iva e professionisti

Non più "ristori" ora si chiamano "indennizzi". Oltre a cambiarne il nome, il nuovo governo introdurrà alcune novità di rilievo?  Come riporta Today, ci sarebbero alcune indiscrezioni che annunciano novità, ma lo aveva fatto anche il precedente governo con l’allora ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. La novità è tanto di metodo quanto di conseguenza di contenuto. «Si supera il vincolo dei codici Ateco, ragionando per categorie, con dei massimali innalzati dei diversi criteri di aggiudicazione rispetto all’eccesso di burocrazia precedente» spiega Matteo Salvini. Per lui è prioritario emanare al più presto il provvedimento per poter dare un ristoro a tante attività: «Conto che diventi effettivo nei prossimi giorni perché sono 32 miliardi di euro che non risolvono i problemi del mondo, però, se sono bene indirizzati, possono dare respiro a parecchi».

Il 1° marzo c'è stata una nuova riunione del premier Mario Draghi con i rappresentanti delle forze di maggioranza sul dossier Covid, in vista della firma del nuovo Dpcm che entrerà in vigore dal 6 marzo. Alla cabina di regia prendono parte i ministri Roberto Speranza, Maria Stella Gemini, Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli, Dario Franceschini, Elena Bonetti. Il dossier Indennizzi è ovviamente anche sulla scrivania del ministro dell'Economia Daniele Franco, in vista delle misure da assumere sul fronte ristori-indennizzi nei prossimi giorni.

Decreto Indennizzi

Quali sono le priorità? La bozza lasciata dal governo Conte stanziava le risorse grazie alle coperture dello scostamento da 32 miliardi di euro approvato a gennaio. A queste risorse in deficit andrebbero aggiunti i 5,4 mld accantonati dalla precedente tranche di Ristori. I contributi dovrebbero essere selettivi sulla base delle perdite di fatturato nel 2020 rispetto al 2019 pari ad almeno il 33%. In cantiere anche un nuovo round anche di indennità per partite Iva e professionisti e bonus per i lavoratori precari che non accedono alla cig. 

La priorità assoluta secondo gli imprenditori è sostenere in maniera adeguata e in tempi rapidi tutte le attività maggiormente colpite dagli effetti delle misure di contenimento del virus. Ristori adeguati per tamponare gli effetti più drammatici della lunga scia di crisi economica indotti dalla pandemia, soprattutto per quei settori, come il turismo e l'industria dell'accoglienza e degli eventi, che sono ormai al collasso.

Ciascuno tira l'acqua al suo mulino. La Confindustria di una regione come la Basilicata, appena passata in zona rossa, lancia l'allarme «C'è profonda preoccupazione per le inevitabili ricadute su un tessuto economico e sociale già duramente provato da un anno di pandemia. Il legittimo desiderio di ripartenza nutrito da famiglie e imprese è messo nuovamente a dura prova dall'entrata in vigore di misure restrittive maggiormente stringenti e dall'ipotesi di un lockdown esteso anche alle festività pasquali. Tutto questo si traduce in un ulteriore rinvio di consumi e investimenti, con pesanti effetti sul nostro Pil che non possono essere sottovalutati». Si fa appello a ''un monitoraggio attivo, continuo e costante in modo tale da poter rientrare subito in una fascia più bassa di rischio in presenza di condizioni tali da consentirlo». È lo stesso ragionamento che si fa in altre regioni.

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