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Seconda dose di Astrazeneca per coloro che non vogliono il mix di vaccini

È quanto si legge in un passaggio del verbale di una riunione di Comitato tecnico scientifico. Una posizione dettata da un doppio motivo di logica: "non ci sono casi di trombosi dopo la seconda dose" e si deve evitare una dose sola

Possibilità di scegliere. È quanto emerge da un passaggio di verbale della riunione di ieri in merito ai vaccini e alle seconde dosi. Come riporta Today, infatti, nel documento si legge che «qualora un soggetto di età compresa tra i 18 e 59 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria (ex Astrazeneca), pur a fronte di documentata e accurata informazione fornita dal medico vaccinatore o dagli operatori del Centro vaccinale, sui rischi di Vitt, rifiuti senza possibilità di convincimento, il crossing a vaccino a mRNA, il Cts ritiene che, nell'ambito delle indicazioni che provengono dalle autorità sanitarie del Paese e dopo acquisizione di adeguato consenso informato, debba essere garantita l'autonomia nelle scelte che riguardano la salute dell'individuo. Come ulteriore considerazione, si sottolinea che, in questa circostanza, vi è da considerare anche il beneficio derivante dall'annullamento del rischio connesso alla parziale protezione conferita dalla somministrazione di una singola dose di Vaxzevria». 

Il verbale è allegato alla Circolare con cui il Ministero della salute risponde all’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, che aveva chiesto al Governo lumi su come procedere nel caso in cui si presentassero persone tra i 18 e i 59 anni pronte a rifiutare la seconda dose di vaccino diversa dalla prima di AstraZeneca. L’ok per procedere con la doppia dose di AstraZeneca è arrrivato anche per scongiurare eventuali rifiuti e quindi di fasi di stallo alla prima dose di una platea di persone. A rassicurare sul mix di vaccini anche il Premier Draghi. 

Gli esperti del Governo avrebbero di confermato la raccomandazione all'utilizzo di un vaccino a mRNA (dunque Pfizer o Moderna) nei soggetti di età inferiore ai 60 anni, ma anche che non ci sono sarebbero rischi nel proseguire con AstraZeneca nel caso di seconda dose perché «i fenomeni tromboembolici sono meno frequentemente osservati dopo somministrazione della seconda dose (secondo stime provenienti dal Regno Unito sono pari a 1,3 casi per milione, valore che corrisponde a meno di 1/10 dei già rari fenomeni osservati dopo la prima dose). Secondo quanto riferito dal Direttore Generale di Aifa, a oggi, in Italia, non sono stati registrati casi di VITT dopo la seconda somministrazione di Vaxzevria».

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