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Cronaca San Giuseppe / Piazza Alessandro Vittoria, 20

No alla chiusura degli uffici postali, sì a quella dei punti nascita

Servizi periferici al centro delle due mozioni proposte in consiglio provinciale ieri: quella di Simoni sugli uffici postali ha ottenuto l'unanimità, mentre quella di Fugatti per il mantenimento dei punti nascite ha incassato il no politico della maggioranza

E' stata approvata all'unanimità ieri in consiglio provinciale la mozione di Marino Simoni che impegna la Provincia a chiedere a Poste Italiane di non chiudere gli uffici postali di piccoli paesi di montagna. A rischio, com'è noto, ci sarebbero almeno quelli di Caoria, Praso e San Martino di Castrozza, probabilmente anche altri  (clicca qui).

Nel caso di Caoria, ha ricordato Simoni, si tratta di uno sportello che serve solamente 500 abitanti ma che ha un deposito di quasi due milioni di euro. Il presidente Rossi ha confermato di aver già preso contatto con l'azienda che ha però risposto di dover seguire precisi parametri di razionalizzazione (in altre regioni si parla di decine di uffici verso la chiusura).

Sempre in tema di paesi di montagna ha ottenuto il sì del consiglio anche la mozione di Tonina per la definitiva approvazione da parte della Provincia del Programma di sviluppo rurale fino al 2020, nella stessa mozione si prevedono dei fondi aggiuntivi annuali sempre destinati al mondo agricolo. L'assessore competente, Michele Dallapiccola, non era presente perchè impegnato in una fiera.

No infine alla mozione che avrebbe impegnato la Giunta al mantenimento dei puntinascita esistenti. Un no politico, la mozione era presentata da Fugatti, che non chiarisce però il destino dei punti nascita. Tra la maggioranza un voto favorevole, quello di De Godenz (Upt) ed un'astensione, Giuliani (Patt). 

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