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Ancora ricorsi

Lupi, gli animalisti puntano al Consiglio di Stato: "Deriva assurda"

Sarà di nuovo scontro in tribunale fra Provincia e associazioni

Non è solo la questione dell’orsa F36 trovata morta a tenere banco nelle ultime ore. Poco dopo l’annuncio del ritrovamento della carcassa, infatti, il Tar di Trento si è pronunciato su un altro tema, il ricorso che le associazioni animaliste avevano presentato contro l’abbattimento di due lupi della zona di malga Boldera, nella Lessinia trentina. Il tribunale ha dichiarato invece legittima l’ordinanza di abbattimento firmata dal presidente Maurizio Fugatti, la prima di questo tipo mai varata in Italia. 

Si va al Consiglio di Stato

Questo significa, in breve, che la Provincia ha ottenuto il via libera per uccidere due esemplari di un branco che si è reso protagonista di diverse predazioni negli ultimi mesi. Il decreto era stato firmato da Fugatti con il benestare dell’Ispra, e da allora sono stati numerosi gli scontri in tribunale fra sigle animaliste e giunta fino alla sentenza del tar.

I lupi si possono abbattere, animalisti ko

La storia però, come era prevedibile, non finisce qui: dopo aver visto respinto il loro ricorso Lav, Lndc e Wwf hanno già annunciato l’intenzione di presentarne uno nuovo davanti al Consiglio di Stato. Parallelamente, è probabile che le sigle, come hanno fatto in questi mesi, chiederanno anche che l’ordinanza venga sospesa fino alla nuova sentenza, per non dare modo alla Provincia di procedere all’abbattimento prima della decisione dei giudici. L’obiettivo è quindi anche quello di guadagnare tempo, soprattutto perché fra poche settimane si terranno le elezioni provinciali e, qualora Fugatti non dovesse venire confermato presidente, la speranza degli animalisti è quella che la questione venga eventualmente rivista o archiviata dalla nuova giunta. 

Duro il comunicato con cui le tre associazioni dichiarano la loro intenzione di proseguire: “Nella sua ordinanza il collegio del Tar accoglie i rilievi portati dalla difesa della Provincia – si legge -, non tenendo conto del fatto che le predazioni a malga Boldera sono avvenute nella maggior parte dei casi quando le recinzioni erano fuori uso o difettose, giungendo addirittura ad affermare, in linea del tutto ipotetica senza alcun supporto documentale, che le predazioni sarebbero avvenute comunque anche se ci fosse stata la presenza continua del malgaro o dei cani da guardiania. Tutte le nostre argomentazioni, così come quelle del Consiglio di Stato, sono state ignorate”.

"Assurda deriva ammazzalupi"

Il punto principale su cui si basa la causa che i legali degli animalisti stanno portando in tribunale è l’inadeguatezza delle misure di prevenzione negli allevamenti predati: “Nonostante le affermazioni del Tar, in tutto il mondo le misure di prevenzione, quali ad esempio i cani da guardiania, reti di protezione e la presenza del pastore, quando correttamente applicate, consentono di evitare le predazioni da lupo – conclude la nota -. Non è quindi tollerabile che la provincia di Trento possa essere legittimata ad uccidere due lupi a caso, solo perché il Tar ipotizza che tali misure non funzionerebbero senza neppure averle concretamente provate. Ora speriamo che il Consiglio di Stato accolga il nostro ennesimo ricorso contro questa assurda deriva ammazzalupi”.

A presentare ricorso, nel pomeriggio di venerdì 29 settembre, anche Oipa, Leidaa ed Enpa: "Il provvedimento di Fugatti presenta numerosi punti deboli - si legge nella nota congiunta -. Oltre a colpire nel mucchio, poiché dispone l’abbattimento di due esemplari qualsiasi e non di quelli eventualmente responsabili della predazione (misura che sarebbe già di per sé inaccettabile), l’atto della Pat non tiene conto delle falle nei metodi di prevenzione utilizzati in questa circostanza". 

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