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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

"Meno di 300 medici di base, con Omicron un'onda d'urto ingestibile"

La denuncia della Cisl sulla carenza di medici di base: "45mila cittadini non lo avranno fino a Pasqua 2022"

C'è un problema medici di base in Trentino. La cosa è nota da tempo, ma la ribadisce in un comunicato la Cisl medici, tramite il segretario trentino Nicola Paoli. Un problema che è innanzitutto di personale, dato che, come scrive il sindacato, "di 43 posti messi a concorso il 17 novembre 2021, che fa il paio con quella precedente di marzo 2021, hanno risposto solo una manciata di medici e 45.000 cittadini rimarranno da qui a Pasqua 2022 senza curante, mentre a Bezzecca si priva da parte del Distretto la popolazione di scegliere chi da la disponibilità illimitata a farsi carico di quella popolazione in sovrannumero".

"A Denno - continua Paoli -, fra un mese sarà attivo solo un medico,avendo rifiutato tutti gli altri; e resteranno da qui a poco senza medico, molte circoscrizioni trentine a fine gennaio, ma non stanno meglio parecchie valli. Molti dei nostri colleghi stanno lasciando, stressati da due anni di lavoro incessante, mal retribuito e con tutte le spese a carico nostro, chiedendo il prepensionamento o mettendosi in malattia, e nessuno viene in Trentino per sentirsi dire dal Comune di Trento che deve pagare un ambulatorio secondario, aperto unicamente per stare vicino alle persone non autosufficienti e in difficoltà".

C'è poi l'impatto del covid, e ancora più pesante, quello della variante Omicron. A tale riguardo Paoli traccia un quadro drammatico: "I nostri studi sono diventati le terapie intensive della prima ondata. I nostri medici stanno subendo un burn-out, con APSS che ci ha sguarniti, in molti territori, anche degli Usca, che andavano al posto nostro, per legge, a domicilio dei pazienti infettati .Dalla Valsugana alla Rotaliana arrivano notizie in questo senso dai nostri medici".

Il sindacato dei medici lamenta le "migliaia di migliaia le certificazioni di quarantena, isolamento, consulti telefonici ed sms che quotidianamente arrivano ai singoli medici di medicina generale da parte di cittadini inviperiti, perchè non ricevono istantaneamente il numero di protocollo per il certificato di malattia INPS, o si trovano telefoni sovraccarichi di chiamate e pretendono anche di sabato, domenica, di notte: la verità è che tutto questo bailamme si somma alle visite incessanti che abbiamo nei nostri ambulatori, ai tamponi e ai vaccini anticovid-19 che stanno facendo anche e non solo i medici di base trentini".

La Cisl medici racconta casi di pensionati con oltre 70 anni chiamati a continuare a lavorare per mancanza di giovani che rifiutano l'incarico: "Reggere questa onda d’urto, in meno di 300 medici, non è piu possibile. La minore gravità clinica, inesorabilmente, determina un carico impossibile da sostenere nelle dodici ore che dedichiamo loro ogni giorno. Temiano la rivoluzione prospettata dalla nuova Legge nazionale che prevederà solo 38 ore settimanali per ogni medico, e che la stessa Provincia di Trento dovrà subire, impensabile con l’attuale carico di lavoro dei nostri medici. Stiamo parlando di migliaia di persone influenzate o che hanno il Covid e ci viene detto dai Distretti che non ci sono più Usca, previsti appunto per legge per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid, in nostra sostituzione obbligatoria".

"Se continua così - conclude Paoli -, i medici di famiglia, almeno due terzi dei 300, abdicheranno definitivamente ed il sistema di assistenza territoriale andrà nel caos, retto solo da farmacisti tamponatori e infermieri di comunità".

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