L’elezione di Paccher dà inizio alla crisi di Fratelli d’Italia
In quattro non seguono le linee del partito e votano il leghista. Gerosa è isolata, Urzì è furioso
Nel giorno in cui il consiglio regionale ha scelto il proprio presidente, il leghista Roberto Paccher (vice sarà Josef Noggler dell’Svp), il centrodestra trentino che ha portato alla vittoria Maurizio Fugatti mostra che le crepe tra Lega e Fratelli d’Italia sono sempre più evidenti. E, ancora di più, evidenzia come il partito della premier Giorgia Meloni, qui in Trentino, stia vivendo una crisi.
Insomma, un esordio di legislatura che scricchiola. Scricchiolii che spaventano relativamente poco la Lega: il Carroccio, infatti, oltre ad aver portato il proprio uomo simbolo alla guida di Piazza Dante dopo il lungo braccio di ferro con i meloniani che volevano la leadership di Francesca Gerosa, e dopo aver messo come vicepresidente Achille Spinelli, in un certo senso il vero vincitore delle passate Provinciali, si prende pure la guida della Regione.
Discorso inverso in casa FdI. Gerosa, nella seduta che ha portato all’elezione di Paccher, peraltro iniziata non con i migliori auspici, prima ha visto la bocciatura della sua proposta di rinviare la seduta a data da destinarsi, poi non ha votato Paccher. Peccato che, in questo, non sia stata imitata dai colleghi di partito Biada, Daldoss, Girardi e Cia, che invece hanno votato proprio il leghista.
L’ira di Urzì
Furente il commissario di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì, cui ha fatto seguito una nota del partito decisamente netta: “La posizione di Fratelli d'Italia è chiara: i consiglieri provinciali che oggi hanno votato hanno scelto di farlo a titolo personale e la loro scelta non rappresenta quella ufficiale del partito. La situazione dei quattro eletti verrà verificata e valutata nel merito”. E tutto questo accade parallelamente alle difficoltà di coabitazione delle forze nella neonata giunta del Fugatti bis. Cosa accadrà? Staremo a vedere.
