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Cronaca

Droga dall'Albania a Trento anche attraverso il deep web: la maxi operazione dei carabinieri

I militari hanno individuato una vera e propria associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti

I carabinieri hanno scoperto una complessa e strutturata associazione a delinquere che spacciava droga tra l'Albania e le province di Trento e Brescia attraverso il deep web. A finire in manette sono state dodici persone, otto albanesi e quattro italiani. Mentre ad essere sequestrati sono stati in tutto 400 grammi di cocaina, 50 grammi di hashish, 400 grammi di marijuana, oltre a cristalli MDMA e pasticche di ecstasy.

L'inchiesta 'Postalmarket'

Una struttura ramificata ed altamente efficiente, articolata e non rudimentale. Così il giudice per Indagini Preliminari del Tribunale di Trento ha descritto l'organizzazione criminale smascherata dai Carabinieri della Compagnia di Cles, che attraverso l'indagine 'Postalmarket', durata un anno, hanno documentato più di 1500 cessioni di droga, prevalentemente cocaina di elevata purezza e marijuana. 

L’inchiesta è partita alla fine del 2017 con il sequestro di alcuni quantitativi di droghe sintetiche acquistate ricorrendo al deep web. Pedinamenti, servizi di osservazione e intercettazioni telefoniche hanno permesso di identificare i ruoli dei diversi indagati, alcuni dei quali pregiudicati. Lo stupefacente arrivava dall'Albania e veniva canalizzato verso le province di Trento, per poi essere spacciato in Val di Non e a Brescia.

L'associazione a delinquere

Al vertice dell'associazione, G.V., classe '85, unico indagato ancora irreperibile. Subito dopo nell'ordine gerarchico due gruppi, uno operante in Val di Non e l'altro nel bresciano. Alla compagine trentina ne era subordinata un'altra, composta da consumatori di droghe, e deputata allo spaccio e al reperimento di droghe sintetiche sul deep web. Il gruppo della Val di Non spacciava principalmente a Bolzano servendosi del supporto di connazionale. 

"Mai, prima d’ora", sottolineano i militari, "a consorterie delinquenziali attive in Val di Non era stata contestata una forma di reato associativo”. Le droghe, di alta qualità, venivano cedute a prezzo importante: un grammo di cocaina veniva venduto a circa 100 euro. Le attività di recupero e spaccio dello stupefacente venivano svolte con attenzione. I diversi indagati comunicavano attraverso un linguaggio in codice.

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