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Palestre ancora chiuse, incertezza sul futuro: «attendiamo le disposizioni governative»

Guglielmi: «Ci sono stati dei ristori per gli istruttori e gli operatori sportivi, ma per i gestori le cose sono andate diversamente. C'è chi ha ricevuto 2mila euro, chi 5mila, a fronte di perdite superiori ai 100-150mila euro». Le riaperture della passata stagione estiva, ha visto le strutture, come tutte le realtà che hanno potuto riaprire, costrette ad adeguarsi a precise direttive. Situazione che hanno richiesto un ingente impiego di energie e denaro, per poi richiudere. 

Rimangono ancora chiusi al pubblico palestre e centri sportivi, questo è uno tra i settori più danneggiati dalle conseguenze delle restrizioni per contenere il contagio da coronavirus. Il rischio di non riaprire, per alcune realtà, è molto alto. Tra i contatti di palestre presenti in Trentino su Google, spunta quasi ovunque la dicitura "chiuse temoraneamente". Alcune palestre hanno attivato la segreteria con un messaggio che invita a rimanere aggiornati sulle pagine social e che informa che, almeno per il momento, non ci sono novità. «Appena ci verranno comunicate le nuove disposizioni governative, divulgheremo in modo dettagliato come e quando potremmo finalmente riprendere la nostra tanto amato attività» recita uno dei messaggi in segreteria. 

Quella delle palestre è stata definita da Today "Una strage silenziosa" che è stata quantificata dalle stime dell'Anpals (Associazione Nazionale Palestre e Lavoratori Sportivi). «Secondo un sondaggio tra i nostri associati il 30% delle strutture non riaprirà» ha spiegato il presidente di Anpals, Giampiero Guglielmi. «Quelle meno organizzate a sostenere i costi non ce la faranno, anche perché gli affitti e le utenze continuano ad arrivare, mentre gli aiuti spesso sono in ritardo e nella maggior parte dei casi rappresentano una minima parte delle spese da sostenere».

Non solo è stato uno dei settori maggiormente colpiti dalle restrizioni anti-covid ma anche 'dimenticato' dal Governo, come denunciato dallo stesso Guglielmi: «Ci sono stati dei ristori per gli istruttori e gli operatori sportivi, ma per i gestori le cose sono andate diversamente. C'è chi ha ricevuto 2mila euro, chi 5mila, a fronte di perdite superiori ai 100-150mila euro». Le riaperture della passata stagione estiva, ha visto le strutture, come tutte le realtà che hanno potuto riaprire, costrette ad adeguarsi a precise direttive. Situazione che hanno richiesto un ingente impiego di energie e denaro, per poi richiudere. 

Secondo l'indagine Ifo International Fitness Observatory ‘Exercise is a medicine’ nel 2020 il settore delle palestre ha visto andare in fumo 2 miliardi di euro, lasciando senza lavoro 200mila persone. Perdite che stanno spingendo alla disperazione i gestori delle strutture, come sottolineato da Guglielmi: «Nell'ultimo decreto non ci sono aiuti corposi per questo settore, un settore abbandonato a se stesso, che invece dà lavoro a milioni di persone attraverso migliaia di strutture. Dopo la protesta di martedì a Montecitorio molti hanno deciso di riaprire nonostante il decreto e il rischio delle multe».

«Poi c'è il discorso dei contagi - ha aggiunto Guglielmi - in un settore in cui non ci sono stati casi, con protocolli corposi e regole mirate. Manca uniformità, un discorso logico, nessuno ci ha mai spiegato perché le palestre sono chiuse. Lo Stato dice di voler tutelare la salute, però non tutela le strutture che consentono di praticare l'attività sportiva, esperienza necessaria proprio per la salute».

Quando una riapertura? Non esistono, al momento, date certe da poter segnare sul calendario. Aprile e maggio dovrebbero proseguire con le saracinesche abbassate, a meno di colpi di scena. Si spera nel 2 giugno, una giornata paventata anche dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: «In Francia dicono 14 luglio, negli Usa il 4 luglio e noi abbiamo il due giugno, un po’ prima. Potrebbe essere una data ma il tema è programmazione e monitoraggio. La programmazione è fondamentale quindi dobbiamo iniziare a dire noi stiamo lavorando settore per settore stiamo vedendo i protocolli e faremo le nostre proposte»

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