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L’Ecomuseo della Judicaria guarda alla Riserva della Biosfera dell’Unesco

Il territorio dell'Ecomuseo della Judicaria sta puntando alla candidatura a Riserva della Biosfera dell'Unesco

L'Ecomuseo della Judicaria sta puntando alla candidatura a Riserva della Biosfera dell'Unesco. Che cosa vuol dire essere Riserva della Biosfera? Questa è una qualifica internazionale assegnata appunto dall'Unesco: si tratta di aree, marine e/o terrestri, che le amministrazioni locali si impegnano a gestire nell'ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, coinvolgendo inoltre le comunità locali. Uno dei requisiti più importanti per poter essere accettati è appunto la partecipazione. Partecipazione che non vuol dire solo a livello istituzionale ma che riguarda soprattutto una partecipazione dal “basso”, ecco perché il coinvolgimento locale. L’obiettivo fondamentale dell’Unesco è, infatti, quello di migliorare il rapporto tra l’uomo – cittadino e l’ambiente che lo circonda. Non a caso proprio questo è un territorio dove si sono sviluppati nel passato, anche recente, numerosi processi di sviluppo con un approccio dal basso, si legge del comunicato della Provincia, come l’Ecomuseo della Judicaria, la Carta europea del Turismo sostenibile nel Parco naturale Adamello Brenta, fino al recente percorso per la Rete di Riserve delle Alpi Ledrensi, con cui questo progetto dovrà entrare in stretta sinergia.


 

«Nel mondo - ha commentato Claudio Ferrari dirigente della Provincia autonoma di Trento per la Valorizzazione della Rete aree protette - vi sono 621 Riserve, in Europa sono 166 concentrate soprattutto in Spagna, Germania, Polonia e Regno Unito. In Italia sono 9, l'ultima arrivata è quella del Monviso, ed è in corso di candidatura quella del Delta del Po».


 

L’idea della candidatura è partita lo scorso febbraio proprio dall’Ecomuseo della Judicaria e a marzo 2013 vi è stato poi un ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale per promuovere il processo di candidatura a "Riserva della Biosfera". Questo percorso è stato condiviso dai Comuni delle Giudicarie che ricadono nel territorio dell'Ecomuseo "Dalle Dolomiti al Garda" e da quelli che hanno aderito alla rete di riserve della Alpi Ledrensi, dalle Comunità di Valle, dalle Apt e dal Consorzio turistico di Ledro, dai Bim e dal Parco, nonché dalla Provincia autonoma di Trento, in totale 20 soggetti.  L'agronomo Maurizio Odasso è stato incaricato di redigere il dossier per la candidatura.


 

Ma quali sono i motivi che farebbero dell’Ecomuseo una Riserva della Biosfera dell’Unesco? È proprio Odasso che lo spiega descrivendo, come si legge nel comunicato, le peculiarità del territorio, partendo «dai siti palafitticoli di Fiavé e Ledro riconosciuti Bene Unesco, alle Dolomiti di Brenta, dall'elevata biodiversità, ai flussi migratori dell'avifauna con il sito di inanellamento di Bocca di Casèt, passando attraverso i punti di forza sociali, economici e storici: «Non va dimenticata - ha proseguito Odasso - la gestione collettiva delle risorse naturali, con foreste, pascoli, acque dolci, il sistema termale e le centrali idroelettriche, i prodotti della terra e i loro derivati con le certificazioni di qualità e i marchi Dop, il turismo e l'agriturismo, i laghi. A completare il quadro vi sono poi i soggetti che operano sul territorio, l'Ecomuseo e i musei, il Parco Adamello Brenta, i Comuni, i Bim, le Apt e le Pro Loco, la Sat e le altre associazioni». 

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