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Cambiamenti climatici, un dibattito sempre aperto

A Trento la presentazione del rapporto europeo. Il 21 ottobre la città ospiterà i maggiori esperti italiani grazie a un'iniziativa dell'Osservatorio trentino sul clima

Il 27 settembre scorso è stato pubblicato il primo volume del Quinto rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sulle basi fisiche e scientifiche dei cambiamenti climatici: lo studio è il frutto del lavoro di sei anni condiviso da ben 259 scienziati coadiuvati da 1459 esperti provenienti da 39 Paesi. Al fine di presentare in dettaglio il rapporto IPCC e le implicazioni dei cambiamenti climatici per il futuro, con un particolare riguardo al contesto europeo e alpino, l’Osservatorio Trentino sul Clima ha organizzato a Trento per il prossimo 21 ottobre un appuntamento pubblico di grande rilievo con la partecipazione di Antonio Navarra, direttore del Centro Euro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, e di Sergio Castellari, Focal Point IPCC per l’Italia.

A Stoccolma è stato reso pubblico il testo del Riassunto per i Decisori Politici del Working Group 1, dedicato ai fondamenti scientifici e fisici dei cambiamenti climatici a cui farà seguito nei prossimi giorni la pubblicazione dell’intero volume, mentre nel corso del prossimo anno saranno resi noti anche i lavori del WG2 sugli impatti e l’adattamento, e del WG3 sulle politiche di mitigazione. 

In primo piano nel Rapporto vi è il fatto che nuove evidenze scientifiche, prodotte da una più vasta serie di osservazioni e di modelli climatici di nuova generazione, nonché da una miglior comprensione dei processi climatici e dei feedback, rafforzano e confermano i dati sul cambiamento climatico in atto.
In particolare emerge la conferma che l’attività antropogenica (emissioni di gas-serra, aerosol, deforestazione e cambi di uso del suolo) è la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo.

I dati analizzati dalla comunità scientifica internazionale, inoltre, confermano che i cambiamenti climatici sono in atto e continueranno per decenni e secoli. Da queste informazioni emerge la necessità di urgenti e significative azioni da parte dei Governi per ridurre le emissioni di gas serra al fine di limitare i futuri impatti dei cambiamenti climatici che, in assenza di tali misure, diventeranno più severi.

Le proiezioni climatiche, infatti, mostrano che entro la fine di questo secolo la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1.5°C oltre il livello del periodo 1850 – 1900. Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello preindustriale potrebbe superare i 2°C e arrivare anche oltre i 5°C con conseguenze drammatiche per l’umanità e l’ambiente naturale.

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