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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La leggenda di Santa Lucia è nata da un'epidemia

Festeggiata ancora oggi in diversi luoghi d'Italia, ecco come la Santa velata è arrivata anche in Trentino

La Santa velata e vestita di bianco sta per tornare, anche i bambini trentini la aspettano con ansia. Così come Babbo Natale, San Nicolò e la Befana, anche lei porta regali e dolci. Un tempo era la vera protagonista in Trentino, così come in altre zone d'Italia. Santa Lucia è attesa dai bambini nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, prima dell'arrivo di Babbo Natale. , "tradizione" che si è diffusa solo nel corso del '900, e della Befana, figura più diffusa nell'Italia centrale, poi nazionalizzata negli anni '20.

Si tratta di una santa siciliana, che però è arrivata fino al nord, anche in Trentino, ma passando da Verona. La leggenda di Santa Lucia si colloca nel XIII secolo, quando si diffuse una grave epidemia che colpiva gli occhi, coinvolgendo soprattutto i bambini. Come avveniva anche nelle varie confraternite, a Santa Lucia venne quindi chiesta la grazia, compiendo un pellegrinaggio a piedi scalzi e senza mantello, fino alla chiesa di Sant'Agnese, dedicata anche alla martire siracusana. Oggi nel luogo dove un tempo sorgeva la chiesa, si trova invece la sede del Comune scaligero: Palazzo Barbieri.

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Il freddo pungente aveva però scoraggiato i bambini della città che inizialmente si rifiutarono di partecipare al pellegrinaggio. Per incoraggiarli, i genitori promisero loro che, se avessero ubbidito accettando di unirsi nella processione a piedi scalzi, al loro ritorno, la Santa avrebbe fatto trovare numerosissimi doni. L’epidemia terminò dopo poco e da quel momento il 13 dicembre è entrato a far parte delle tradizioni delle famiglie che portano in chiesa i bambini per ricevere una benedizione degli occhi.

In Trentino i bambini aspettano Santa Lucia e il suo asinello ancora nella notte tra il 12 e il 13 dicembre. Prima di andare a dormire il 12 posizionano su un tavolo qualche dono, latte, biscotti, una mela o una carota come segno di ringraziamento per i regali e i dolcetti che verranno loro donati. La leggenda, però, aggiunge un aspetto singolare: i bambini sono avvertiti, non devono farsi trovare svegli quando la Santa passerà, per non rischiare di essere accecati con la cenere guardandola. 

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